L’India non vuole gli elicotteri italiani

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INDIA – Nuova Delhi. L’India ha avviato le procedure di ricusazione dell’accordo per l’acquisto di 12 elicotteri AgustaWestland Vvip a seguito delle accuse di corruzione internazionale esplose in Italia. Il Ministero della Difesa ha emesso un avviso di comparizione per AgustaWestland, chiedendole di spiegare entro sette giorni le accuse di corruzione, ha detto il 15 febbraio il portavoce del ministero Sitanshu Kar. L’azione della Difesa arriva il giorno successivo alle dichiarazioni ministeriali che lasciavano presagire azioni legali, invocando il patto di integrità che prevede la rescissione del contratto qualora fossero pagate tangenti nonché il recupero del denaro già corrisposto.

L’India ha già ricevuto tre dei 12 elicotteri e ha pagate il 30 per cento dell’importo. Dopo l’arresto di Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Finmeccanica a Milano, accusato di corruzione, l’India aveva messo in stand by il ricevimento degli elicotteri rimanenti così come il resto del pagamento. Il governo indiano ha chiesto formalmente a Finmeccanica, società madre di AgustaWestland, di indicare «se il denaro sia stato versato illegalmente a qualsiasi entità o individuo indiano, violando così il patto di integrità o altri termini e condizioni del contratto». Il ministero della Difesa aveva anche annunciato il 14 febbraio che il governo di Nuova Delhi era determinato a intraprendere tutte le possibili azioni legali o amministrative contro i colpevoli e di conseguenza ha ordinato una approfondita indagine interna.

Ha rilevato che il contratto con AgustaWestland prevede un patto di integrità che impedisce le tangenti e il coinvolgimento di intermediari, il Ministero ha avvertito di voler iniziare un’«azione rigorosa inclusa la cancellazione del contratto, il recupero del pagamento, l’inserimento nelle liste nere del fornitore e azioni penali contro i venditori».

Il ministero ha fatto sapere che il contratto firmato con AgustaWestland include «disposizioni contrattuali specifiche contro la corruzione e l’uso di influenza indebita. L’articolo 22 del contratto riguarda penale per l’uso di indebita influenza. Questa clausola consente al “compratore” di risolvere il contratto con il “venditore'” e recuperare da lui l’importo di eventuali perdite derivanti da un simile annullamento (…) L’articolo 23 del contratto autorizza il “compratore” di prendere in considerazione la risoluzione del contratto, senza alcun diritto o risarcimento per il “venditore”, che sarà ritenuto responsabile del rimborso di tutti i pagamenti effettuati dall'”acquirente”, nei termini del contratto più gli interessi».

Le azioni contro il “venditore” comprendono l’incameramento della caparra, la garanzia di buona esecuzione, la risoluzione del contratto senza alcun compenso, per recuperare tutte le somme già pagate con gli interessi, l’annullamento di altri contratti, l’interdizione a partecipare a qualsiasi gara d’appalto del governo per un periodo minimo di cinque anni, prorogabili.