KURDISTAN SIRIANO. A Kobane anche gli Usa presi a sassate dalla gente

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Nel Kurdistan siriano, la politica curda sta cercando di realizzare una inedita alleanza fra partiti socialisti curdi/siriaci ed i nazionalisti del Kurdish National Council – KNC. I contatti fra le autorità dell’Amministrazione autonoma – AANES, del Syrian Democratic Council – SDC e dei partiti curdi “pro-trattiva con Assad” sono state frequenti negli ultimi tempi e sembrano, almeno a parole, godere dell’appoggio di quasi tutti i leader curdi. Sicuramente ne hanno parlato bene – dell’alleanza – il comandante in capo delle Syrian Democratic Forces – SDF, Mazloum Abdi, la co-presidente del Consiglio esecutivo del SDC, Ilham Ahmed, i partiti della Coalizione siriaca ed il “Youth Party for Development and Change”. 

Dal punto di vista politico la faccenda si può riassumere partendo dalla spinta russa per una pacificazione fra la Rojava e Damasco, la necessità della Rojava di venire integrata nel territorio siriano con un elevato grado di “autonomia” politico-militare e pertanto il bisogno di cristallizzare questo accordo con un emendamento costituzionale. Come noto il governo di Damasco è aperto solo ad emendamenti alla Costituzione del febbraio 2012 ed il KNC è l’unico partito curdo seduto nel Comitato costituzionale siriano da cui la recente attitudine alla collaborazione fra socialisti e nazionalisti. Tale collaborazione potrebbe aprirsi anche nei confronti dei nazionalisti al potere nel Kurdistan iracheno e tradursi in aiuto militare da parte dei Peshmerga, così come auspicato da Abdi lo scorso 11 novembre. 

L’ultimo degli incontri fra le autorità della Rojava ed il KNC è avvenuto ad Al Qamishli nel fine settimana e vi hanno partecipato un membro del Consiglio di presidenza del KNC, Faysal Yussuf, ed i due co-presidenti (co-chair) del Consiglio esecutivo dell’AANES, Berivan Khalid e Abdul Hamad Al Mehbash. L’incontro è, a questo punto, molto supportato dalla Russia ma anche dall’Egitto e dall’Arabia Saudita (vedi politica estera). 

A livello locale si segnala che a Jindaris, nel cantone di Afrin, la popolazione locale sta raccogliendo donazioni per gli sfollati in arrivo da Ma’arat Al Nu’man, mentre viene segnalato un incremento dei rapimenti per ottenere riscatti da parte delle milizie: 18 i rapimenti documentati negli ultimi dieci giorni. 

A Manbij e Raqqa le forze di polizia curde Asayish stanno aumentando la loro presenza pattugliando le strade per il timore di nuovi attacchi di Daesh dopo l’impressionante catena di attentati che hanno segnato il culmine della “battaglia per vendicare Al Baghdadi ed Al Muhajir”. Inoltre a Raqqa gli Asayish hanno arrestato una banda di falsari a Raqqa. Va sottolineato che nell’area di Manbij le forze curde cercano di mostrarsi sempre con i simboli delle Asayish e non del Consiglio militare di Manbij poiché nel secondo caso sarebbero in violazione del memorandum di Sochi sottoscritto da Turchia e Russia nel quale Manbij non doveva più essere sotto il controllo delle Unità di protezione popolare – YPG. 

Per la prima volta, dopo gli eventi che avevano caratterizzato il passaggio dei convogli russi e turchi a Kobane, nei giorni scorsi anche una colonna di mezzi americani è stata raggiunta dal lancio di pietre, nell’area di Rumeilan. Le forze americane hanno sperimentato nelle ultime due settimane alcuni tentativi di ostruzione da parte di russi ed elementi del SAA durante le loro operazioni di pattugliamento. Ora la narrativa anti-americana del “furto del petrolio” deve aver raggiunto anche la popolazione civile.

Redazione