Krav Maga. Autodifesa o semplice moda?

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ISRAELE. Il Krav Maga, conosciuto anche con il nome Israeli Self Defense ed il cui significato letterale significa «Combattimento ravvicinato», è un metodo di combattimento nato in Israele attorno al 1950 incentrato sulla semplicità e praticità e studiato per unire rapidità di apprendimento e letalità dei colpi.

Nella maggior parte delle arti marziali, in special modo quelle di origine asiatica, esiste l’associazione tecniche di combattimento e spiritualità, caratteristica che le differenzia di gran lunga dal Krav Maga il quale si pone come unico obiettivo la difesa e la sicurezza della persona e la possibilità di neutralizzare l’aggressore nel minor tempo possibile e con il minor rischio.

Possiamo definire il Krav Maga come un sistema di difesa multidisciplinare che usa tecniche prese da differenti arti marziali come ad esempio le leve articolari del judo e del Jiu Jitsu e le tecniche di gomito e ginocchiata dalla Muay Thai, cercando però di inglobarle in uno stile di difesa che punti maggiormente alla rapidità di esecuzione, alla semplicità e alla letalità visto che vengono presi come bersagli principali le zone vitali del corpo (proibite da tutte le altre arti marziali) come gola, occhi, timpani e genitali.

Tale caratteristica rende il Krav Maga non praticabile come disciplina sportiva e ne limita l’utilizzo nella vita reale visto che alcune delle sue tecniche potrebbe portare a complicazioni di natura penale; è proprio per questo motivo che l’insegnamento di questa disciplina nell’ambito civile della difesa personale può essere effettuato soltanto da istruttori esperti i quali hanno l’obbligo di chiarire ai praticanti la pericolosità dei movimenti che vanno ad imparare e per questo il loro utilizzo esclusivo soltanto nella situazioni di reale pericolo per la propria vita (violenza da strada, tentativi di stupro, aggressioni a mano armata per citarne alcune).

Una persona che pratica il Krav Maga si allena in palestra con il proprio istruttore e con gli altri compagni del corso imparando tecniche di difesa da attacchi corpo a corpo con o senza armi ed abituandosi a fronteggiare uno o più avversari in ogni situazione possibile utilizzando come strumenti di attacco e difesa qualsiasi oggetto che comprende le comuni armi da fuoco o da taglio come pistole, fucili, coltelli di corta, media e lunga lunghezza, bastoni, mazze ad “armi improvvisate” come bottiglie rotte, giornali arrotolati, chiavi, cellulare, cinta , asciugami.

In una sessione di allenamento tipica i discenti provano le tecniche prima con un solo avversario per poi riprodurle in situazioni in cui vengono aggiunti diversi fattori di stress in modo da avere una simulazione il più possibile vicino alla realtà delle situazioni di pericolo. Tra questi si possono citare una serie di faticosi esercizi anaerobici che vengono eseguiti in modo da portare poco ossigeno al cervello e simulare quindi la paura e lo stress che si hanno durante una vera aggressione a cui possono essere aggiunti lo spegnimento delle luci ed una serie di ostacoli che proiettano la persona in una “vera” aggressione in piena notte in un ambiente sconosciuto. Visto che spesso nelle situazioni di aggressione le persone che attaccano possono essere più di una, nel Krav Maga ci si esercita a fronteggiare aggressione da più persone ed a ritagliarsi quel tempo necessario per rendere inoffensivi i propri aggressori: una delle tecniche più comuni ma molto efficace è per esempio quella che direziona il primo colpo a mano aperta alla gola di due persone in modo da renderle inoffensive per il tempo necessario per poter neutralizzare un terzo aggressore.

Per chi ha praticato sport da combattimento tradizionali, ad esempio la Boxe o la Kick Boxing, questo sistema di difesa appare come un buon compromesso tra tempo di apprendimento e raggiungimento dei risultato anche se presenta fattori negativi: tra i tanti, segnaliamo la mancanza di un allenamento con sparring (come avviene nella quasi totalità degli sport da combattimento e nelle arti marziali) con cui fronteggiarsi e da cui ricevere colpi, che abituano il praticante anche al dolore provocato da un errore e da una distrazione.

Negli sport da combattimento, infatti, come nella vita, alla base della crescita ci sono gli errori commessi e l’esperienza accumulata. Nel Krav Maga, invece, questo tipo di processo è assente e quindi il rischio è quello di rimanere fermi al livello in cui si è iniziato, anche se si continuano ad imparare tecniche ed a simulare situazioni di pericolo, continua a mancare la simulazione della “realtà” che a volte porta ad eccessiva sicurezza, più dannosa di quanto si possa pensare.

A simili pecche, fatte notare anche da maestri di arti marziali, i sostenitori del Krav Maga ribattono che la disciplina fu inventata per rispondere ad una crescente situazione di pericolo e per renderla efficace in guerra e nelle gestione della sicurezza, utile sia per Tzahal, l’esercito, che per il Mossad, i servizi segreti di Gerusalemme. La diffusione del Krav Maga tra i corpi speciali ed i servizi segreti di diversi Paesi, però, non può essere considerata come una prova valida erga omnes della sua efficacia e della sua utilità per tutte le persone, stante, da un lato, la preclara differenza tra la vita militare e quella civile, e, dall’altro, che gli operatori che apprendono simili tecniche di difesa sono al solito militari addestrati al combattimento, alle difficoltà, all’uso delle armi ed a vivere situazioni di pericolo e di elevato stress psicologico.

 

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