Kobani: Turchia pronta ad intervenire

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SIRIA – Kobani 08/10/2014. Takfiri inseriti all’interno del gruppo terroristico Isis si sono ritirati durante la notte da diverse zone a est di Ain al-Arab, la città siriana di Kobani, dopo gli attacchi aerei da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

Gli insorti si sono spostati nelle parti orientali della città e nelle periferie ma non si trovano più all’interno sul fronte occidentale. Questa dichiarazione è di Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani che ha poi reso noto che molte delle loro posizioni sono state abbattute e si contano danni ai loro veicoli e numerose vittime tra i militanti.

La caduta di Kobani, terza più grande città curda della Siria, segnerebbe una vittoria importante per i militanti e lo dimostra la ferocia dei combattimenti di ieri nella periferia contro i curdi siriani, dopo quasi tre settimane di combattimenti intorno alla città sul confine Siria-Turchia. I jihadisti combattono per estendere il loro punto d’appoggio nell’area sud e ovest della centro abitato dopo aver messo a dura prova le difese curde sequestrando una serie di edifici nel sud e ad ovest di Kobani, tra cui un ospedale in costruzione e la bandiera dello Stato Islamico ha cominciato a sventolare sul lato orientale della città. Attacchi aerei Usa hanno mirato alcune posizioni del sud-ovest della città. “I terroristi stanno cercando di catturare la città” ha detto Idris Nahsen, un funzionario curdo ancora a Kobani e ha continuato “Abbiamo bisogno di aiuto da parte della comunità internazionale”, ha detto Nahsen. “sennò o noi finiamo loro o loro finiscono noi”
Purtroppo la situazione umanitaria di centinaia di civili rimasti in città è molto grave mancano i beni di prima necessità come cibo e acqua.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato ieri che la città di Kobani rischia di cadere nelle mani dei terroristi di ISIL e in tal caso si renderebbe necessaria un’operazione con truppe di terra, se i raid aerei non producono i risultati sperati. Il fatto è che la Turchia vorrebbe assumere un ruolo da protagonista in questa situazione e ottenere il consenso di attaccare anche il governo regolare di Assad, ma il presidente Obama, come riferito dal Times, non intende legare la lotta contro lo Stato Islamico ad un intervento contro il rovesciamento del Presidente siriano e anche alla richiesta di Erdogan su una no-fly zone contro la Siria Air Force risponde che è priva di significato.
Ormai è davvero molto sottile il filo conduttore che mantiene in equilibrio le varie dinamiche nella regione. La guerra ormai è aperta su più fronti e ciò che non ne scatena l’incendio definitivo è la paura perché in questo momento non esiste il più forte, tutti hanno solo da perdere ad un possibile intervento diretto, perché una volta aperto il fronte non sarebbe più possibile tornare indietro.

alessandra.mulas@gmail.com