KENYA. Il porto di Mombasa potrebbe diventare cinese se Nairobi non paga i debiti

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La prospettiva che la Cina potrebbe ad un certo punto essere in grado di confiscare il prezioso porto keniota di Mombasa ha causato confusione e allarme nell’opinione pubblica del paese e ha nuovamente sollevato interrogativi sui rischi della partecipazione di Nairobi alla Belt and Road Initiative cinese. Il presidente keniota Uhuru Kenyatta ha smentito notizie comparse sui media locali che la nazione dell’Africa orientale fosse a rischio di vedersi confiscare dalla Cina il porto per compensare il debito non pagato relativo ai progetti di sviluppo di infrastrutture stradali collegati alla Nuova Via della Seta.

Secondo il portale di notizie online African Stand, il Kenya potrebbe presto perdere il controllo del suo porto più grande e più sviluppato, mentre potrebbero essere colpiti anche altri beni relativi alla spedizione interna di merci da Mombasa, sulla costa dell’Oceano Indiano. Il portale citava un audit recentemente completato dal revisore generale del Kenya, secondo cui la Cina avrebbe potuto impadronirsi del porto se il Kenya non fosse stato in grado di rimborsare il suo debito.

Kenyatta ha definito “propaganda” le notizie trapelate, stando al quotidiano The Star di Nairobi: «Siamo in anticipo sui tempi di pagamento del prestito della Sgr (Standard Gauge Railway) e non c’è motivo di allarme», ha detto. Secondo i dati della China Africa Africa Research Initiative, il Kenya è il terzo paese più indebitato nei confronti della Cina per il periodo 2000-2017. L’attuale debito del paese verso la Cina è di circa 9,8 miliardi di dollari, Pechino ha finanziato grandi pezzi di infrastrutture nazionali, tra cui una serie di autostrade e la Standard Gauge Railway (Sgr), collegamento ad alta velocità tra Mombasa e Nairobi, la capitale, per facilitare l’importazione e l’esportazione di merci.

Secondo African Stand, ripreso poi da Scmp, «la Exim Bank of China diventerebbe proprietaria dell’Autorità Portuale del Kenya se la Kenya Railways Corporation, Krc, non adempie ai suoi obblighi e la China Exim Bank esercitasse il suo potere per garantire la sicurezza dei conti». Come condizione dell’accordo di finanziamento iniziale, il governo keniota ha accettato che il porto di Mombasa, il più promettente della nazione, non avrebbe goduto dell’immunità statale, consentendo ai creditori cinesi di prenderlo legalmente se il debito non fosse stato rimborsato.

Malgrado l’oltraggio pubblico e le preoccupazioni sopra il porto di Mombasa, Kenyatta ha detto che il suo governo avrebbe continuato a chiedere prestiti per sviluppare il paese: «Non solo la Cina sta prestando i suoi soldi al Kenya, ma anche al Giappone, alla Francia, alla Germania e all’America (…) La Cina non sta cercando di colonizzarci, ma capiscono noi e i nostri bisogni. Ma di fatto siamo in anticipo sui tempi di pagamento e quindi i kenioti devono ignorare ogni forma di propaganda che si vende. Continuerò a prendere denaro in prestito per sviluppare il paese».

Graziella Giangiulio