Jihad 2020

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ITALIA – Roma 12/09/2913. Se gli eventi della Primavera araba e le sue conseguenze sembrano aver preso di sorpresa molti analisti, sembra che al-Qaeda li avesse programmati nel suo piano strategico ventennale, scoperto nel 2005. Questo progetto starebbe andando bene molto oltre le aspettative di chi lo aveva pensato. 

Nel suo libro Al- Zarqawi: la seconda generazione di Al -Qaeda, il giornalista giordano Fouad Hussein dettaglia il piano 2000 – 2020 di al -Qaeda. basata su lunghe interviste fatte con operativi di alto livello di al Qaeda, il piano si articola in sette fasi, con il 2013 che rappresenta l’inizio della quinta. Ecco come Hussein le descrive, riportar dal World Politics Review. 

Prima fase: “Il Risveglio”, 2000-2003. L’obiettivo degli attacchi dell’11/9 era quello di provocare gli Stati Uniti e fargli dichiarare guerra al mondo musulmano con la conseguenza di risvegliarli, trasmettendo il proprio messaggio ad un’audience globale.

Seconda fase: “Aprire gli occhi”, 2003-2006. In questo periodo, al-Qaida intende trasformarsi da organizzazione a movimento ampio e diffuso nei paesi arabi. L’Iraq dovrebbe essere il centro della jihad per preparare i quadri da usare in futuri scacchieri. Il gruppo jihadista Jama’at Tawhid wa-l-Jihad divenne al- Qaeda nella Terra dei Due Fiumi (Iraq) nel 2004. Due anni più tardi, un gruppo di ex prigionieri yemeniti crea al-Qaida nello Yemen, che divenne in seguito al-Qaida nella penisola arabica quando si fuse con il ramo saudita nel 2009. Nei primi mesi del 2007, l’ organizzazione jihadista algerina, Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento giura fedeltà a Osama bin Laden e cambia il suo nome in al- Qaeda nel Maghreb islamico.

Terza fase: “Risollevarsi e armarsi”, 2007-2010. Questa fase, che prevedeva una maggiore attenzione per il Levante, Siria, Israele, Turchia e Giordania, è stato un completo fallimento. Pochi razzi contro Israele, i jihadisti di Gaza sono stati sconfitti da Hamas. In Giordania, dopo l’attentato del 2005 a Amman, le autorità giordane hanno imprigionato uomini chiave del movimento. Una campagna terroristica a basso livello contro il regime di Assad in Siria fu sconfitta .

Quarta fase: “Collasso” 2010-2013. Al-Qaeda ha predetto che in questi anni ci sarebbe stata la caduta dei regimi arabi e atti di cyber-terrorismo contro l’economia degli Stati Uniti.

Anche se fortunati nella loro previsione, al- Qaeda non ha giocato alcun ruolo nelle rivolte che hanno spodestato i regimi a Tunisi, al Cairo, a Sanaa e a Tripoli, e che hanno portato alla guerra in corso in Siria, ma il movimento qaedista è stato in grado di avvantaggiarsi di quel fermento. Attraverso una oculata “Dawa” (concetto “traducibile” con lavoro missionario) nei paesi che si sono “aperti”, i gruppi , come Ansar al-Sharia nel Nord Africa, sono stati in grado di diffondere il loro messaggio e di ampliare la loro base partendo dalle istanze di avanzamento sociale alla base dei movimenti di protesta. Il movimento jihadista ha anche dimostrato di aver imparato dai suoi fallimenti in Iraq. Nelle zone di guerra come la Siria, si è cercato di ricevere e raccogliere sostegno attraverso la fornitura di servizi sociali; si è anche cercato di evitare di alienarsi la popolazione sunnita con atti di violenza eccessiva, selezionando gli obiettivi tra le forze di sicurezza e le forze armate, e tra obiettivi non sunniti. Entro il 2013 il movimento jihadista globale avrebbe aperto un fronte in Siria, guadagnandosi una base logistica per facilitare le operazioni nel sud della Turchia; avrebbe stabilito una presenza jihadista nel nord del Sinai per proiettarsi in Israele; avrebbe riorganizzato al- Qaida in Iraq e mantenuto legami con la salafiti in Giordania. Nel complesso si sarebbe posizionato per aprire la fase successiva.

Quinta fase: “Creazione del Califfato”2013-2016. In questi tre anni, al-Qaida prevede di creare un Califfato, grazie al declino dell’influenza occidentale nel mondo musulmano e all’indebolimento di Israele. De facto, l’influenza statunitense e occidentale nella regione è diminuita, come dimostra l’impotenza di Washington nell’influenzare gli eventi in Egitto e in Siria. 

Sesta fase: “Scontro Totale”, 2016-2020. In questo periodo, creato il Califfato, al- Qaeda inizierà una guerra a tutto campo con i miscredenti.

Settima ed ultima fase, “Vittoria Definitiva” 2020,  il che porterebbe a sconfitta degli infedeli e il successo del Califfato. Un miliardo e mezzo di musulmani lanciati nella Jihad annichilerebbero i non credenti. 

Gia nel 2005, Der Spiegel commentava il testo di Hussein, dopo la sua uscita, ritenendo irrealistiche le fasi da 4 a 7; dopo 8 anni ora irrealistiche sembrano solo le fasi 5, 6 e 7 

L’Occidente è effettivamente in difficoltà economiche e la sua influenza è diminuita relativamente, ma non sta vivendo una crisi esistenziale, come predetto da al-Qaida. Lo stato di salute di Israele parla da solo. In secondo luogo, le prove di governante dei jihadisti sono stratte fallimentari: Afghanistan , Iraq , Somalia , Yemen e Mali sono lì a dimostrarlo. Il disvelamento graduale della natura jihadista dei “ribelli” siriani getta luce su quanto sta avvenendo in Siria. 

Tuttavia, la continua instabilità nella regione significa che il movimento jihadista, abbastanza rapido ad imparare dalle proprie esperienze passate, probabilmente continuerà a fargli trovare simpatizzanti. Resta comunque improbabile che i jihadisti raggiungano la fase di “vittoria definitiva” stabilendo un califfato sull’intera popolazione musulmana. 

Inoltre, si può discutere il realismo degli obiettivi di al Qaeda, ma non con la sua motivazione e il suo intento. Abbiamo detto che al Qaeda e i gruppi alleati mutano e si trasformano a seconda delle esigenze e delle situazioni in continuo mutamento.

“Al Qaeda Prime”, ossia il nucleo di al Qaeda che operava lungo le linee di una gerarchia paramilitare è stato sì disarticolato ma si sono create le basi per il passaggio successivo: la crescita del franchising di Al Qaeda che  “giura obbedienza” a quanto resta di “al Qaeda Prime”. Oggi stiamo assistendo a una nuova trasformazione esemplificato dal processo registrato nel febbraio 2013 nel Regno Unito: questa nuova fase, caratterizzata da un “addestramento” e una formazione fatti su estremisti selezionati, in zone del Pakistan, come il Waziristan, con l’obiettivo di rientrare in qualunque paese occidentale per formare a loro volta estremisti locali. Questo riduce notevolmente i rischi e le necessità di portare in teatro operativo “estremisti” dall’estero. Questa fase è stata resa necessaria visto il successo delle operazioni antiterrorismo fatte dagli Stati di diritto. Di fatto, con essa viene incoraggiato lo sviluppo dell’estremismo “casalingo”, più complesso da contrastare. Inoltre, al Qaeda ha cambiato modalità operativa: da attacchi su larga scala, modello 911, a operazioni tattiche più gestibili, concentrate su obiettivi civili “morbidi”. Le operazioni antiterrorismo inglesi, ad esempio, che hanno portato all’arresto di cittadini britannici ne sono un chiaro e facile esempio.