ISRAELE. Gerusalemme apre a Ciad, Oman e Bahrein

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Israele sta inaugurando una nuova stagione nei rapporti internazionali: Gerusalemme intende creare legami con il Bahrein e con il Sudan, il cui leader ha fatto una visita ufficiale in Israele. In senso più lato, Gerusalemme sta accelerando la creazione di relazioni più aperte con il mondo arabo, mossa dalle preoccupazioni sull’Iran, che sono condivise con alcuni paesi dell’area. 

Stando a Times of Israel, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che presto si sarebbe recato in alcuni stati arabi non specificati, durante la conferenza stampa con il leader ciadiano Idriss Déby. La visita di Déby fa parte di una campagna per gettare le basi per normalizzare i legami con Sudan, Mali e Niger, paesi a maggioranza musulmana, secondo la televisione Channel 10. A maggio 2018, il ministro degli Esteri del Bahrein Khalid bin Ahmed Al Khalifa aveva twittato che Israele ha il diritto di difendersi contro l’Iran; l’Oman ha accolto Netanyahu a ottobre.

Durante la conferenza sulla sicurezza in Bahrein, riporta Reuters il ministro degli Esteri omanita Yussef bin Alawi bin Alawi bin Abdullah ha detto che: «Israele è uno Stato presente nella regione, e tutti noi lo capiamo. Anche il mondo è consapevole di questo fatto e forse è tempo che Israele sia trattato allo stesso modo e che abbia gli stessi obblighi».

Il premier israeliano sta parlando da anni del riscaldamento dei legami tra Israele e il mondo arabo, citando non solo l’Iran come nemico comune, ma anche l’interesse di molti paesi a cooperare con Israele in materia di sicurezza e difesa, soprattuto con l’industria high-tech israeliana. Lo sforzo diplomatico verso il Sudan arriva quando Khartoum ha cercato di avvicinarsi agli stati del Golfo sunnita dopo che per anni il Ciad è stato alleato dell’Iran.

All’inizio del 2017, Khartoum si è unita al Bahrein sunnita e all’Arabia Saudita nel rompere i suoi legami con la Repubblica Islamica; nel contempo, il Ciad ha fatto aperture verso Israele. Il ministro degli Esteri ciadiano Ibrahim Ghandour, in un’intervista del 2016, disse che il Sudan era aperto all’idea di normalizzare i legami con Israele in cambio della revoca delle sanzioni statunitensi su Khartoum. 

Secondo i resoconti dei media in lingua ebraica dell’epoca, i diplomatici israeliani cercarono di raccogliere il sostegno al Sudan nella comunità internazionale dopo che questo aveva tagliato i suoi legami con Teheran. In passato, il Sudan sarebbe servito come stazione di transito per il trasferimento di armi iraniane al gruppo terroristico di Hamas a Gaza. Israele avrebbe intercettato e distrutto i trasferimenti di armi dal Sudan dirette a Gaza.

Proprio perché ha spezzato i legami con l’Iran, il Sudan non è più percepito da Israele come una minaccia, ma piuttosto come un potenziale alleato. Nonostante la mancanza di legami formali, sia Déby che Netanyahu hanno sottolineato la centralità della cooperazione in materia di sicurezza tra i due Paesi.

Antonio Albanese