Israele e Egitto hanno interesse comune a difendere il Sinai

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L’Egitto ha definito infedeli gli estremisti islamici che hanno ucciso 16 agenti di polizia e ferendone altri 7 nei pressi del confine con Israele e ha promesso di lanciare una campagna di polizia dopo il massacro che ha incrinato i legami con Israele e con i palestinesi.

Gli estremisti hanno attraversato la Striscia di Gaza entrando in Egitto e hanno preso d’assalto una stazione di frontiera, rubando due veicoli corazzati e dirigendosi verso Israele, prima di essere abbattuti dal fuoco di Tsahal. Ehud Barak ministro della difesa israeliano annunciando la morte degli 8 assalitori, ha definito l’episodio una sveglia per le autorità egiziane, accusate di perdere il controllo del Sinai.

L’incidente rappresenta anche un interessante banco di prova per il neopresidente Mohamed Morsi. occorre ricordare che Mubarak, il precedessore di Morsi, aveva collaborato attivamente con Israele nel tenere a freno le tendenze islamiche violente, presenti anche nella fratellanza musulmana, da cui proviene lo steso Morsi. L’apparato militare egiziano, che ha nelle sue mani molte leve del potere, ha definito infedeli gli attaccanti e ha fatto sapere di essersi comportato pazientemente nonostante l’instabilità nel Sinai, nella sua pagina Facebook avvisa infatti che cè una linea rossa che non deve essere travalicata pena una dura reazione. Chiave degli accordi di pace tra i due Paesi è proprio la smilitarizzazione del Sinai,cheti fronte al drammatico cambio di regime al Cairo, è stata facile preda di forze estremiste e di predoni. Morsi, già in campagna elettorale, ha sempre detto di voler onorare il trattato di pace del 1979, e nel contempo si era anche avvicinato ad Hamas, movimento signore della Striscia di Gaza. Il recente episodio ha incrinato i rapporti con entrambe le realtà. Hamas, comunque, ha sigillato le entrate dei tunnel che collegano Gaza all’Egitto, dopo che il governo egiziano ha detto che gli assalitori provenivano da uno dei tunnel e si è detta pronta a collaborare con le autorità egiziane per scoprire l’identità degli assalitori.

Non si è trattato di un episodio isolato: nell’agosto del 2011 otto israeliana i furono uccisi in un attacco di confine e nel giugno scorso un altro israeliano era stato ucciso in un nuovo incidente di frontiera. Quest’ultimo episodio era stato rivendicato dal gruppo jihadista Magles Shoura al-Mujahddin cn la motivazione che «non esistono frontiere tra le nazioni musulmane. I Mujahedin non hanno nessuna parola nel loro dizionario che indichi il concetto di “confine” fatta eccezione per i confini di Dio». L’ultimo attacco è ancora stato rivendicato.- Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu ha espresso le proprie condoglianze al premier Morsi affermando che i due Stati hanno un interesse comune nella difesa della tranquillità del confine.