ISRAELE. Addestramento unico per maschi e femmine

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L’Israeli Defence Forces, cioè l’esercito israeliano, ha in programma di stabilire un corso di formazione unico e congiunto valido per i militari di sesso maschile che femminile. Si tratta, riporta Arutz Sheva 7 di una formazione di base e di manovre per addestramento al combattimento.

Il generale Eran Shani, direttore dell’ufficio Pianificazione e Risorse Umane di Idf, ha fatto l’annuncio in una riunione della Knesset dedicata all’integrazione delle donne nei ruoli di combattimento. Questo percorso basico da istituire sarà utilizzato per le fasi di addestramento di base che per quelle più avanzate e sarà utilizzata insieme da soldati maschi e femmine.

Alcuni mesi fa era scoppiata una grossa polemica politica per la decisione dell’Idf di esaminare l’ampia integrazione delle donne nelle unità di combattimento, tra cui proprio la fanteria.

L’ex generale e politico israeliano Avigdor Kahalani, intervistato da radio Galei Yisrael Radio, aveva detto che «il ruolo di una donna è di essere una madre e avere dei figli». Kahalani aveva poi aggiunto durante l’intervista che: «Non c’è ragione al mondo per utilizzare le donne nel guidare carri armati o prendere d’assalto il campo di battaglia con il coltello tra i denti»

L’ex rabbino capo dell’Idf, Rabbi Yisrael Weiss, era stato intervistato nello stesso programma. Wiess aveva detto che le donne nelle unità corazzate era una idea folle, non importa come la si guarda.

«Se mettiamo due persone in una scatola chiusa, non c’è alcun modo in cui qualcosa non accadrà», ha detto il rabbino Weiss. «Non possiamo mettere un uomo e una donna, un soldato di sesso maschile e uno sei sesso femminile, in una scatola chiusa per una settimana e aspettarsi che non accada nulla. Si otterrà un piccolo soldato dopo altri nove mesi».

Il Capo di Stato Maggiore, Gad Eizenkot, aveva criticato i commenti in un incontro con gli studenti delle scuole superiori: «Kahalani è un eroe in Israele ed era il mio comandante Ma se la dichiarazione corrisponde veramente a quello che ha detto, è una cosa indegna e non caratterizza l’Idf».

Il capo di stato maggiore ha sostenuto poi che l’apertura delle specializzazioni al combattimento per le donne non avverrà a scapito dei soldati “religiosi”: «La protesta non era necessaria in quel momento e non era giusta. Non aggiunge nulla», ha detto Eizenkot.

A novembre 2016, più di un migliaio di soldati e studenti “yeshiva” hanno firmato una petizione contro le unità miste e l’ampliamento della partecipazione femminile alle unità di combattimento.

Maddalena Ingrao