Usa pronti a dare copertura aerea all’Iran contro ISIS

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STATO ISLAMICO – Raqqa. 25/05/15. L’agenzia di stampa, Islamic News Agency di Destra, vicina allo Stato Islamcio, ha pubblicato una notizia secondo cui domenica il parlamento iraniano avrebbe deciso di aumentare la forze militari impegnate contro ISIS.

A chiedere l’aumento del numero dei militari Ahmed Reza Bordstan comandante delle forze di terra iraniane. Lo ha fatto in un discorso alla Camera dei Deputati: «Siamo di fronte una nuova forma di minaccia nella regione. E i gruppi terroristici sono presenti vicino ai nostri confini», come riportato dai media iraniani. «Vediamo oggi l’esistenza dello Stato Islamico dell’Afghanistan e del Pakistan (..) devono essere rafforzate le forze di terra e le Guardie Rivoluzionarie, servono più carri armati e elicotteri contro ISIS».
Le forze di terra iraniane da alcuni giorni fanno manovre sul confine con l’Iraq. Altre fonti sostengono che in realtà l’esercito iraniano sarebbe entro i confini iracheni e stia combattendo al fianco degli sciiti iracheni contro ISIS.
Il generale iraniano ha detto che durante l’attacco dello Stato islamico in Iraq nel mese di giugno 2014 «i terroristi sono arrivati a Jalawla (40 km dal confine con l’Iran), poi sono arrivati a Khanaqin con l’obiettivo di penetrare nel nostro paese». Ha spiegato: «In meno di tre giorni abbiamo inviato cinque battaglioni al confine ed i nostri elicotteri per la ricognizione penetrato fino a 40 chilometri all’interno dell’Iraq». L’Iran secondo il generale avrebbe inviato consiglieri militari e sostegno finanziario e militare al governo iracheno e siriano. Secondo il generale sarebbe arrivato all’Iran anche il via libera a inviare truppe e combattere ISIS che si è tradotto in una alleanza oggettiva con l’Iran.

In una intervista alla CNN, gli ha fatto eco Richard Clarke, ex consigliere sul terrorismo alla Casa Bianca e che ha consigliato tre presidenti in materia di lotta contro il terrorismo, che ha dichiarato che lo Stato islamico è già riuscito a costruire una “successione islamica” in quanto regola vaste aree e milioni di persone, e avrebbe chiesto proprio lui l’invio di forze speciali per combattere lo stato islamico e fornire sostegno alle milizie sciite che combattono.
Clark rispondendo alla domanda sullo “Stato islamico” ha detto che lo si può definire tale perché ISIS: «È riuscita, a estende il Califfato su un vasto territorio, dove 5-6 grandi città, con milioni di persone sono sotto il controllo del Califfato. Ha istituito un governo con ministri ed emettere documenti ufficiali, e quindi abbiamo una amministrazione, e non vi è in vista la possibilità di espellerli dalle grandi città, in particolare a Mosul».
Secondo Clark gli Stati Uniti dovrebbero osservare con attenzione quanto sta succedendo: «Siamo entrati in Iraq, e abbiamo perso migliaia di soldati e abbiamo decine di migliaia di feriti che stanno ancora soffrendo fisicamente e abbiamo speso un trilione di dollari, gli americani dalla voce del presidente hanno avuto la promessa che avrebbe ritirato le nostre forze da lì, mentre oggi alcuni dicono che probabilmente abbiamo sbagliato e dobbiamo tornare a quel paese, ma penso che dobbiamo agire con cautela, se quello che abbiamo deciso è tornare, prima dobbiamo capire».
Sulla forma di intervento americano Clark ha detto: «Non abbiamo tremila soldati americani sul terreno in Iraq oggi, gli USA stanno fornendo consulenza militare, allo stesso tempo, elementi delle forze speciali e sono in grado di assumersi responsabilità in prima fila e il supporto entità tecniche, che detiene gli attacchi aerei. Il problema è che ultimamente non riusciamo a svolgere questo compito, i nostri aerei rientrano un sacco di volte senza aver lanciato bombe». Clark ha riferito che bisogna superare i problemi politici e fornire supporto a tutti coloro che desiderano confrontarsi con lo stato islamico: «Ci sono forze a Ramadi che vogliono combattere lo Stato Islamico, ma mancano di armi e munizioni. Ci sono forze curde nel nord che vogliono combattere lo Stato Islamico, ma manca l’addestramento, e, pertanto, siamo di fronte a questioni politiche legate agli armamenti, ci vuole un piano chiaro soprattutto la realizzazione di attacchi aerei mirati con la fornitura di armi alle forze militari locali».
Clark :«Dobbiamo scoprire l’identità del nemico, a questo punto, se vediamo che lo Stato Islamico è una fonte di minaccia per la nostra sicurezza nazionale, allora prenderemo in considerazione, che è il nemico, se vogliamo lavorare con l’Iran facciamolo subito, nella Seconda Guerra Mondiale l’alleanza con i comunisti del’Unione Sovietica si è fatta perché questi hanno deciso di combattere i nazisti, e quindi se l’Iran ha deciso di sostenere le milizie sciite irachene che si battono contro lo Stato Islamico, dobbiamo dare loro copertura aerea».