ISIS, dopo petrolio e banche saccheggia il grano

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IRAQ – Mosul. 18/08/14. Funzionari dell’intelligence americana hanno detto che i militanti dell’organizzazione “Stato islamico” che combattono in Iraq stanno ricavando profitti dalla vendita di prodotti petroliferi, dal saccheggio di banche e silos di grano.

A quanto pare secondo la mubasher.info (testata saudita) i militanti starebbero utilizzando giacimenti petroliferi e le raffinerie, insieme a contrabbandieri locali, aumentando così le loro risorse finanziarie. I funzionari hanno riferito che ISIS utilizza gli impianto sequestrati dopo le conquiste in vaste aree dell’Iraq, compresa la città di Mosul. Non solo, gli stessi radicali islamisti hanno ucciso migliaia di persone, hanno preso banche statali e saccheggiato case e le imprese e ora possono vantare un patrimonio da “centinaia di milioni di dollari.” A quanto pare ISIS per evitare di dipendere da qualcuno si è attivato per l’autofinanziamento. Ma i funzionari, che hanno parlato al giornale in condizione di anonimato, hanno riferito che parte del bottino servirà per coprire le spese per combattenti e servizi pubblici sul territorio e per l’intelligence a Satrtha. Il 14 agosto fonti locali avevano fatto sapere che la filiale della Banca Rafidain tra Jalawla (70 km a nord-est di Baquba) era stata fatta saltare e saccheggiata. Secondo la fonte della testata saudita il gruppo si troverà in un momento in cui non riuscirà a controllare la situazione soprattutto se continua ad espandersi in zone controllate.
Le fonti hanno detto che ISIS è in grado di trasformarsi da un gruppo di istanza militare a un gruppo di attentatori suicidi e sferrare altri attacchi di intimidire i cittadini oltre che compiere, come già fatto, omicidi efferati contro sciiti, cristiani e oppositori. ISIS, sempre secondo le fonti, avrebbe istituito un tribunale per giudicare i presunti colpevoli.
Funzionari statunitensi avrebbero detto al mubasher.info che i capi di ISIS si sarebbero conosciuti uni prigione negli otto anni di permanenza degli USA dopo l’invasione del 2003 in Iraq. ISIS dunque pur non essendone parte sarebbe figlia di al-Qaeda in Iraq e i suoi capi sarebbero stati membri di al-Qaeda. I funzionari dell’intelligence sostengono che il governo americano ha i file di molti di questi leader di ISIS. Non ha rivelato i loro nomi con l’eccezione del capo dell’organizzazione Abu Bakr al-Baghdadi, che si è dichiarato califfo dei musulmani quando ha dichiarato che lo “stato islamico”. Dicono che al-Baghdadi, un importante obiettivo potenziale per le operazioni americane per combattere il terrorismo e trascorre la maggior parte del suo tempo viaggiando tra i siti in Iraq e in Siria, tra cui la città siriana di Raqqa.
I funzionari hanno detto che al-Baghdadi continua ad attirare un sacco di combattenti stranieri provenienti da tutto il mondo e che i servizi di sicurezza occidentali sono ancora molto preoccupati che questi combattenti potrebbero effettuare attacchi nei loro paesi di origine. Recentemente per esempio sono stati collegati una serie di episodi criminali in Europa con lo “Stato islamico”, tra cui la sparatoria mortale in un museo ebraico di Bruxelles effettuata da un militante francese all’inizio dell’estate. E aumentato i messaggi dei sostenitori dell’organizzazione attraverso siti di social networking che minacciano di lanciare attacchi all’interno degli Stati Uniti a seguito dei recenti attacchi aerei americani sulle posizioni degli islamisti nel nord dell’Iraq .
ISIS ora a quanto si apprende dal direttore generale del grain board, Hassan Ibrahim, sta saccheggiando silos di grano nel nord e nell’ovest del paese dove ci sono i mulini sia in territorio iracheno che in quello siriano a Ninive e Anbar.
Sono stati sequestrati tra le 40 e 50 mila tonnellate di grano dal silos governativi a Tal Afar, Sinjar in provincia di Ninive, dove centinaia di migliaia di persone sono fuggite, tra cui molte minoranze etniche e religiose di fronte a un attacco da parte degli insorti.
Ibrahim ha detto che il combattenti avevano sequestrato 700 tonnellate di siti di stoccaggio nella provincia di Anbar nell’ovest del paese durante le ultime tre settimane e hanno passato il confine, in aree controllate dall’organizzazione dello Stato islamico in Siria per macinare. Ha aggiunto che hanno cercato di vendere il grano sequestrato dalla provincia di Ninive al governo in altre province. Da martedì il governo iracheno ha smesso di comprare il grano dai contadini.