ISIS. “Fate il Jihad in Australia e l’Egira nelle Filippine”

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Se noi occidentali siamo abituati al fatto che le notizie corrono veloci sul web, anche ISIS ha dei must che volano in rete: una notizia che ha occupato post su post nei gruppi di ISIS, pro ISIS o che semplicemente parlano di ISIS è quella che riporta l’uccisione del soldato iraniano caduto in mano ISIS a Sokhna. 

L’uomo è stato postato in tutte le versioni: da vivo, da prigioniero, da decapitato, e ancora senza testa. L’Iran è il grande alleato di Assad e quindi è il grande nemico di ISIS al pari dei russi, quindi l’uccisone di un solo soldato iraniano vale 100 soldati siriani o di milizie alleate di Assad. Non solo, mostrare l’uccisione di un soldato iraniano dimostra che ISIS c’è, e viva e vegeta e rimane sui territori conquistati. A corredo di questo “grande evento”, ISIS propone una infografica della Moata che elenca i leader delle milizie e dell’esercito siriano uccisi da ISIS a luglio.

Altro elemento di interesse, nella comunicazione di ISIS, il video di minaccia contro l’Australia. Nel video di 5 minuti, il secondo del suo format, con la nuova veste grafica di Al Hayat Media Center, un giovane combattente ISIS di origini australiane e perfettamente bilingue, chiede ai suoi connazionali di compiere l’Egira nelle Filippine per combattere e per chi non potesse farlo, chiede di compiere attentati in Australia. Perché recita nel video, gli australiani partecipano alla battaglia contro ISIS nelle Filippine.

Rimanendo sempre in terre “straniere”, ha avuto un trend molto positivo tutto quello che riguarda il Kashmir, in rete sono apparse le notizie delle manifestazioni contro il governo e ancora link a canali in lingua bengalese, indonesiana per il Kashmir. Sicuramente ISIS cercherà di infiltrarsi in una regione così piena di problemi e così vicina al Pakistan e alla Cina.

In materia di notizie, invece, continuano ad essere postati i bollettini della sera e del pomeriggio, scomparso il bollettino del mattino. E ancora ripostato il video ISIS su come fare nella cucina di casa le bombe, ne esiste una versione anche in italiano. Sempre in replica il nasheed: moriremo all’improvviso, dedicato ai mujahidin “suicidi”. Di interesse poi il fatto che le parole di al Adnani, portavoce di ISIS morto in battaglia ad Aleppo, siano diventate basi per il diritto di ISIS. Vengono utilizzate come se fossero di un saggio o di uno “studioso”. ISIS dunque erige a padri della patria i “migliori” caduti in battaglia. E quindi studia e diffonde i discorsi come se fossero parte integrante della dottrina filosofica/religiosa dello Stato Islamico.

Redazione

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