Islamic State 2015 svelato

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ITALIA – Roma. 03/02/15. A tutta l’aria di essere una grande bufala quella pubblicata da molti mass media italiani quest’oggi. O per meglio dire si tratta di un e-book che non viene dallo Stato Islamico, ma tutt’al più da qualche simpatizzante maldestro.

 L’e-book sin dalla copertina presenta errori di ortografia, a volte grossolani, è scritto in “broken-english”, che il media office di Isis non farebbe, fino alla mancata osservazione delle rigide regole di format imposte dallo stesso al-Adnani (portavoce del Califfato).  

Ma andiamo per ordine: nell’opera di contro informazione che vuole portare avanti l’e-book, che vuole passare come documento di ISIS, sono presenti  le citazioni di testi “occidentali” per arrivare alla conclusione che la verità è solo nelle parole dei comunicatori ufficiali dello Stato Islamico, si notano dei copia e incolla applicati peraltro grossolanamente sul testo. Si tratta di un altro elemento che non apparirebbe in un testo ufficiale, vedi la rivista Dabiq (periodico dello Stato Islamico) tutti fatti con una grafica impeccabile. In altre parole il testo si presenta come una sorta di rassegna stampa “alla bell’e meglio”, di notizie raccolte su Isis. Alcuni account twitter citati non esistono, altri sono esistenti ma non sono di canali ufficiali, altri sono stati chiusi; tutti appartengono a singoli, che commentano ciò che fa lo Stato Islamico. Ma il dato più grossolano è la mancanza di firma sul documento. 

I documenti delle case di produzione di Isis sono tutti firmati o dall’autore o dal Media Office regionale. Per esempio: “Documento del Mandato di Samarra”. Se si tratta di individui per conto dello Stato Islamico si firmano con twitter di riferimento e nome di battaglia per esempio: “@AbualLybi” cioè fratello “Abu al-Liby”. 

Ma andiamo avanti, tra le immagini presenti nel documento, per l’esattezza a pag.94, c’è una mappa che illustra le opportunità di Isis di attaccare l’Italia attraverso l’uso di missili. Fino ad ora Isis ha attaccato con i missili solo laddove aveva pronte per l’assalto delle cellule via terra e non ha mai “sprecato” munizioni o missili inviandole senza obiettivi di conquista precisi. Ciò non vuol dire che l’Italia non sia a rischio, anzi, AGC ritiene che il rischio per il nostro paese sia reale e concreto, ma quanto si vuole dire, in modo particolare, è che quella parte del testo non è redatta dallo Stato Islamico. Inoltre, fatto non di poco conto, Isis non avrebbe mai usato un altro gruppo come Hamas per fare paragoni o per dire quali potenzialità abbia. Anche perché Isisi si autodefinisce nei suoi documenti ufficiali, Dabiq ad esempio, come caso unico al mondo “di mujāhidīn”, nel contempo gestori e combattenti dello Stato. Si considerano dunque allo stesso tempo, guerrieri e politici/governanti. Per quanto riguarda le armi in possesso dello Stato Islamico, il loro numero e tipo, occorre dire che aumentano giorno dopo giorno, visto che tra gli obiettivi principali di Isis ci sono le caserme e i comandi della polizia. A ciò va aggiunto oltre esiste il contrabbando di armi, e i soldi a Isis non mancano. 

Infine, fatto non trascurabile, anche se l’Italia è nel mirino di Isis come altri paesi europei, l’obiettivo dello Stato Islamico è attrarre eserciti “crociati” in Medio Oriente, che scendano per combattere, lasciando ai gruppi terroristici “locali” il compito di terrorizzare le popolazioni. Alimentando l’odio.