ISIS. Il fascino dei ceceni

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ITALIA – Roma 12/11/2014. Le forze di Isis sarebbero suddivise in “Fratellanze”, o in brigate, volendo usare un termine militare occidentale.

La Abu Kamil Jamaat all’interno di Isis non è una fratellanza solo cecena, ma vi sono al suo interno diversi gruppi etnici, ma sembra essere prevalentemente costituita da nord caucasici e altre etnie provenienti dall’ex Unione Sovietica, tra cui azeri. In questo momento questa formazione sta combattendo a Kobani, mentre altre unità formate da combattenti provenienti dall’ex Unione Sovietica sono presenti altre zone dello Stato Islamico. Si tratta di “jamaat” non completamente basate su legami etnici o di parentela: Jamaat Sabri, Jamaat Adama, Jamaat Akhmada, cecene; Jamaat Daoud, kazaka, Jamaat Khattaba, azero-uzbeka; sono molto rare quelle mono etniche anche se molte sono a maggioranza di una sola etnia. Ad esempio, la Daoud è prevalentemente kazaka ma contiene uzbeki, kirghizi, nogai, circassi, russi, osseti, daghestani, ceceni, tagiki, arabi, tedeschi. Un vero melting pot privo di alcuna divisione etnica al suo interno. La linea politica dello Stato Islamico in tutti i suoi video di propaganda è appunto che isis è un melting pot di musulmani, e che l’etnia è un tratto negativo, un segno di “nazionalismo”. Si dice che il motivo per l’Occidente non possa sconfiggere il Califfato è perché le sue forze sono costituite da musulmani provenienti da tutto il mondo. Il caso dei ceceni in Siria è esemplare: il termine ceceno o shishani è divenuto un “brand”. I jihadisti “shishani” sono ritenuti i migliori combattenti, tanto che lo stesso comandante miitare più famoso dello Stato islamico, Umar al Shishani  (nella foto) non è ceceno è georgiano, il suo nome di battaglia potrebbe essere quindi Umar Gruzinetz – Umar il georgiano. Anche il suo secondo, Abu Jihad, ha fatto la stessa cosa, chiamandosi “Abu Jihad Shishani”, anche se è un circasso. Il fascino dei combattente ceceno è più forte che mai.