77 avvisi di garanzia in Arabia Saudita per terrorismo

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ARABIA SAUDITA – Riad. 26/11/14. L’arresto di un saudita sospettato di essere coinvolto nell’attacco, Al-Ahsa, per conto di Is ha riacceso i riflettori sul Regno. Il ministero dell’Interno ha rilasciato recenti dichiarazioni sul fatto che gli autori dell’attacco sulla minoranza sciita nella regione Ahsa dell’Arabia Saudita all’inizio di questo mese sarebbero legati allo “Stato islamico”.

A questo punto quelli che erano possibili accadimenti sono diventati fatti. Tra gli arrestasti per l’accaduto achee cittadini sauditi. Riyadh fa sapere che le minacce che possono derivare dal “stato islamico” sono più pericolose rispetto a quelle subite dal Regno in passato da al-Qaeda, e la ferocia dell’organizzazione nella realizzazione dei suoi piani, come evidenziato dai combattimenti sul terreno in Iraq e la Siria è molto più pericolosa. Non è un caso che l’Arabia Saudita stia costruendo un recinto per controllare il confine settentrionale con l’Iraq e prevenire i rischi potenziali. Iraq, che ha visto aspri combattimenti e dove IS oramai controlla ampie zone del paese, posizione chiave da cui partono poi gli attacchi. Inizialmente l’Arabia Saudita parlando degli attacchi contro la minoranza sciita non hanno voluto menzionare IS come aggressore ma poi viste le minacce contro il Regno hanno cambiato versione. Il 24 novembre 77 sospetti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia tra cui molti sauditi della regione di regione di Al-Ahsa 32 sono stati arrestati. Sospettati tutti di essere affiliati a Is.
La metà dei detenuti sono di origine straniera. Questi dati indicano che la dimensione del problema, è enorme, l’organizzazione è attiva nel Regno e per qualche tempo ha lavorato senza che le autorità se ne accorgessero. Il leader dello “stato”, Abu Bakr al-Baghdadi, ha invitato i suoi sostenitori in precedenza per “Jihad” in tutto il mondo, tra cui l’Arabia Saudita. Su cui pende ancora la fatwa di bin Laden per aver fornito le basi militari agli statunitensi contro Saddam Hussein.