IS investiva soldi nello “Sham” prima di proclamarsi stato

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ITALIA-Roma. 11/06/15. La testata giornalistica al-Monitor ha pubblicato un interessante articolo sull’evoluzione del fenomeno IS.  Ad oggi, circa 35 gruppi di militanti armati hanno giurato fedeltà a IS in tutto il mondo, tra cui Ansar al-Sharia in Libia, al-Mourabitoun in Mali e Boko Haram in Nigeria.

25.000 invece, sarebbero, i combattenti stranieri che sono distribuiti tra Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Yemen, secondo i calcoli delle Nazioni Unite. Un numero che fa discutere. Per alcuni sono di più, per altri sono di meno. IS via social nei giorni scorsi ha detto che oramai i combattenti dello Stato Islamico sono in totale 160.000. Tra gli ultimi arruolati i figli dei combattenti delle famiglie trasferite in IS e gli ex detenuti liberati dalle carceri dei territori annessi allo Stato Islamico negli ultimi mesi. Nel totale ad oggi le carceri aperte sono state 7. Solo a Tadmur c’erano 11.000 prigionieri. 

La testata al-Monitor riferisce che lo stratega militare iracheno, Hisham al-Hashimi ha detto: «Non è difficile per IS essere presente in questi paesi, perché, nel caso dell’Arabia Saudita, per esempio, ci vanno per il hajj». Inoltre la stratega che IS utilizza via «social media è senza precedenti».

Martin Ewi, ricercatore senior per l’Istituto per gli studi sulla sicurezza in Sud Africa, ha detto ad Al-Monitor: «Oramai i giovani che si uniscono a IS è un fenomeno globale. Non è limitato al mondo arabo». Egli ha anche notato che i simpatizzanti di IS che scelgono di rimanere nei loro paesi d’origine, dichiarano: «IS sosterrà gli attacchi dei lupi solitari. Molti di questi attacchi hanno successo con le persone che non hanno avuto nessun contatto diretto con IS». Ewi ha spiegato che l’influenza del gruppo ha beneficiato dell’ideologia e delle pratiche di al-Qaeda. Egli ha sottolineato che grazie al sistema di al-Qaeda, «Gli attacchi dei lupi solitari sono il futuro del terrorismo». Tali operazioni isolate stanno costringendo i leader mondiali di concentrarsi sulla sicurezza interna in aggiunta alla situazione difficile in Iraq e Siria. L’analista dei media del Regno, Jamal Khashoggi, ha detto ad Al-Monitor per telefono: «Il Ministero degli Interni ha annunciato i nomi di 16 persone che sono sospettate per l’assistenza in recenti attacchi». Ha detto che il governo sta offrendo quasi 2 milioni di dollari per chiunque fornisca informazioni conseguente arresto delle persone coinvolte. Khashoggi ha detto: «Abbiamo un problema in Arabia Saudita». Hashimi prevede che gli eventi in Arabia Saudita si svilupperanno in favore della strategia di IS nei prossimi mesi: «IS solitamente inizia prendendo di mira le minoranze, poi le forze di sicurezza, poi gli stranieri e giornalisti, poi, per esempio, i principi e re dell’Arabia Saudita».

Hashimi ha aggiunto: «La loro forza deriva dall’espansione».  A questo proposito, «il denaro è stato una forza trainante e contribuisce alla sua capacità di resistenza». Hashimi ha detto che è IS ha distribuito fino a 6000 mila dollari al mese per gruppi come Boko Haram e Ansar al-Sharia. Nel settembre 2014, gli Stati Uniti cominciarono a bombardare le installazioni petrolifere detenute da IS, ma il gruppo si è dimostrato ancora in grado di fare fino a 2 milioni di dollari a settimana dalle strutture occupate. Nel mese di giugno 2014, le forze di intelligence irachene hanno arrestato Abu Hajjar, che ha curato le finanze di IS. Secondo Hajjar, che è stato intervistato da Hashimi, prima di settembre 2014 il gruppo esportava «2 miliardi di investimenti internazionali» in Libia, Indonesia, Nigeria, Sud Africa e lo Yemen, il denaro che ora viene utilizzato per pagare gli alleati esterni e affiliati.

«Il crescente numero di gruppi che giurano fedeltà al IS, credo, è preoccupante in Africa», ha detto Ewi. Basta pensare alla recente nascita della casa di produzione West Africa che raggruppa combattenti da diverse parti dell’Africa Centrale. «La decisione di aderire o di giurare fedeltà in realtà è strategica». Per i gruppi armati più piccoli, il sostegno finanziario è di fondamentale importanza e può contribuire a garantire la loro sopravvivenza. «Quando Boko Haram si è unito al-Qaeda, hanno ricevuto i soldi», ha spiegato Ewi. «Hanno usato anche per ricevere una formazione. Hanno ricevuto il supporto strategico. Abbiamo visto i militanti di Boko Haram che combattono in Iraq. Questo significa che la loro alleanza è molto profonda». Il fatto è che quando ci si unisce a IS non si perde la leadership, né alcune strutture, si aderisce a un progetto e si partecipa per condotta ad azioni condivise.

La guerra contro IS è preoccupante anche in Libano, un paese spesso dimenticato, ma in prima linea della crisi siriana. Khashoggi ha detto, «il Libano è collegato alla Siria. Se le cose vanno male in Siria, andranno male in Libano». Khashoggi ha detto :«Gran parte della colpa è di Hezbollah che ha trascinato il Libano in una guerra settaria». Nel mese di aprile, le spedizioni di armi per l’esercito libanese hanno cominciato ad arrivare, tramite un accordo di armi tra l’Arabia Saudita e la Francia del valore di quasi 3 miliardi di dollari. Riyadh ha anche esortato i libanesi a eleggere un presidente al più presto possibile, per contribuire a garantire la stabilità del paese. I politici libanesi in un anno e mezzo non hanno eletto un successore di Michel Suleiman, il cui mandato si è conclusa a maggio 2014.