IRAQ. Via i sunniti dall’industria petrolifera di Bassora

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I dati numerici che riguardano l’Iraq mostrano, come abbiamo detto altre volte, un paese verso il baratro: diecimila fabbriche chiuse a causa del fallimento del sistema economico; ministri impegnati nel portare avanti i propri tornaconti personali; 1.400 persone arrestate in tre governatorati: Wasit, al Muthnna, Dhi qar e Missan tutti a sud dell’Iraq, per vari reati. 

Per non parlare poi della questione del Kurdistan iracheno che sta mettendo a dura prova sia le comunità curde che quelle sciite e sunnite che vivono nei pressi se non nelle città a maggioranza curda; Fouad Masoum, curdo, Presidente dell’Iraq ha detto: «La separazione del Kurdistan dall’Iraq non può essere raggiunta nel presente e pensare ad un referendum è un progetto troppo ambizioso». Un vero e proprio colpo  a chi in questo referendum ha investito tutto come Massud Barzani. 

Scendendo in teatro a Jughayfi ISIS ha usato SPG 9 per colpire i soldati iracheni e nelle oro caserme (nella foto), e ancora nell’Anbar a Ar Rutbah est, Kilo 60, ISIS si infiltra nei ranghi dell’esercito iracheno, sicuramente con il fine di azionare dei kamikaze di cui sentiremo parlare nei prossimi giorni. A Hit un ex poliziotto è stato torturato da parte degli ex colleghi. Fatti del genere succedono quotidianamente perché le nuove leve sciite accusano le vecchie fila sunnite di essere collegate a ISIS. Tre poliziotti muoiono a Miqdadiyah, Baquba dopo un bombardamento di una caserma da parte di ISIS infiltratosi a Tawakall. Sempre a Diyala, ma a Qarah Tapah due persone sono rimaste ferite da esplosione di IED. A Karbala, Al-Hindiyya, gli attivisti locali hanno diffuso le immagini di un ponte vicino Tuwerji che sarebbe stato demolito ancor prima della sua inaugurazione.

Concludiamo con una notizia da Bassora, ovvero sembra che vi sia stata una espulsione dei lavoratori iracheni dalle compagnie petrolifere nella provincia di Bassora sostituiti da iraniani, indiani e pakistani entrati nel paese con un visto turistico. Questo avrà un esito deleterio per le tensioni tra cittadini residenti e nuovi lavoratori e innalzerà il livello di tensione sociale locale. Non si può escludere dunque una infiltrazione di ISIS dettata dalla vendetta per essere stati cacciati dal mondo del lavoro e sostituiti da uomini vicino alle milizie sciite.

Redazione

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