IRAQ. Ventimila soldati USA combattono a Mosul

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In Iraq è forte la propaganda social del governo che ha annunciato la presenza sul suolo iracheno di 20 mila soldati americani; 5 volte la presenza di ISIS a Mosul. Scendendo in teatro secondo l’agenzia di stampa Moata, i morti tra le file dei soldati iracheni colpiti da cecchini nelle ultime 24 ore sono stati 24, un numero molto elevato.

Bisogna tener conto che ISIS ha cecchini dotati di visori notturni, come si vede in un recente video da Ninive, in grado di colpire i soldati durante i turni di notte e di certo meno attenti perché convinti di essere “al sicuro”. ISIS inoltre nei suoi due anni di controllo della città di Mosul ha imparato a muoversi per le strette vie e cunicoli, mentre i soldati che arrivano a Mosul sono per lo più stranieri. Si registrano scontri a Tal Afar, a Shirqat, a Diyala.

Per la Siria, La delegazione dell’opposizione siriana a Ginevra ha dichiarato in una conferenza stampa che non accetta nessun ruolo per Bashar al Assad, né nel processo di transizione né nel futuro della Siria. La Sala operativa dei ribelli su Daraa, Al Bunian al Marsous, ha denunciato diverse violazioni da parte del governo siriano sulle zone di “de-escalation” mentre cerca di avanzare nel distretto di Manshiyah Vera e propria escalation su Daraa dove attacchi aerei del governo siriano sulle zone tenute dai ribelli portano i ribelli stessi a dispiegare l’artiglieria e ad usarla. Si tratta della più imponente campagna di attacchi aerei del governo siriano su Daraa da tre settimane a questa parte.

Comincia a venire fuori il sistema difensivo costruito da Daesh attorno a Raqqa: muri di sabbia, trincee e tunnel. L’obiettivo più o meno dichiarato è quello di trasformare la città in una trappola per gli attaccanti, peggio ancora forse di come è stata trasformata Mosul; così come le SDF a guida curda lasceranno Raqqa e la zona di Tabqa in mano alle forze di Assad, forse si potrebbe pensare ad un attacco congiunto. Nel frattempo, continuano a esplodere i campo minati piazzati da Daesh nella periferia di Raqqa. La tattica di Daesh dei campi minati sortisce il duplice effetto sperato: frenare l’avanzata curda (così come è stato per l’avanzata su Mosul dove le forze curde e sciite sono spesso rimaste impelagate in vasti campi minati) e forzare la popolazione a restare a Raqqa (per usarla come scudi umani).

Secondo attivisti locali, Daesh sarebbe passato all’offensiva su più fronti a Deir Ez Zor e vi sarebbero stati significativi movimenti di truppe siriane e iraniane per intimidire le forze del FSA che avanzano verso Deir Ez Zor contro Daesh.

Questo tenderebbe a confermare che nella parte sud ovest della provincia di Al Khayr, tra Deir Ez Zor e Albu Kamal, vi sia una sorta di zona considerata sicura per i leader di Daesh in cui si sarebbero nascosti.

Redazione

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