Iraq: piazze in fiamme

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Oggi parleremo delle recenti manifestazioni in Iraq. Esplose il due ottobre contano ad oggi 120 morti e oltre 6100 feriti. Per non parlare degli arresti sommari che rasentano in tutto l’Iraq circa 700 attivisti

Ma come mai improvvisamente il problema della corruzione merita la piazza di Baghdad est? Diamo uno sguardo agli eventi degli ultimi mesi. In modo particolare a spezzare la fiducia nel governo di Adel Abdul Mahdi almeno due eventi importanti avvenuti tra luglio e agosto:

La creazione di una opposizione partorita dalla sua stessa coalizione, il partito WISDOM guidato da Ammar al-Hakim. La scissione di fatto del partito Dawa, che ha visto Nuri al Maliki – vicino all’Iran – prendere il potere a scapito di Hadi al Amri – vicino agli USA -; e secondo dato al riforma della Difesa irachena che chiedeva alle PMU – milizie sciite che hanno combattuto contro Daesh – di sciogliersi e entrare a far parte in qualche modo delle forze militari regolari. Nel frattempo qualcuno, ad agosto bombardava il quartier generale delle PMU, milizie sciite, nel cuore della capitale.

Mahdi nella sua riforma della difesa, sembra su suggerimento USA ha escluso tutti quei generali a libro paga dell’Iran, tra questi, quello che è considerato un eroe nazionale: Abdul Wahab al-Saadi, che ha partecipato e vinto numerose battaglie contro Daesh.

Infine ciliegina sulla torta Mahdi ha confessato che dietro l’attacco alla base sciita ci fosse Israele e l’ambasciata USA in Iraq. Querelle queste che hanno esacerbato una piazza di giovani poco sensibili alle tematiche di potere e che da mesi chiedono soluzione pr i più giovani.

Per capire l’ordine di grandezza: servono 7000 edifici per l’Iraq, mancano scuole, le università funzionano a singhiozzo perché mancano insegnanti o perché il minsitro e il corpo docenti non sono d’accordo sui programmi. Non esiste il lavoro.

L’identikit del manifestante inoltre si distanzia molto dalla classe politica: disoccupato, tra i 17 e i 23 anni, con il cellulare in mano, abusato dalle milizie, abusato dalle forze dell’ordine, respinto dalle scuole, dal mondo del lavoro. Impossibilitato a offrire un futuro alla famiglia, spesso imbottito di anfetamine.

Sì perché nessuno ne parla ma la droga dopo il disastro terrorismo dilaga imperante.
Per la prima volta nelle piazze irachene si vedono donne, per lo più impegnate a soccorrere fratelli e amici ma ci sono.
Altra caratteristica di questa manifestazione è che si tratta di un lungo serpente senza una testa.

Il presidente della Camera al Habousi, ha incontrato delegazioni di manifestanti ai quali ha fatto delle richieste e ha promesso che sarebbe intervenuto per migliorare le condizioni economiche – sociali dei cittadini ma le delegazioni presenti hanno solo chiesto le sue dimissioni.

Più o meno si registra lo stesso risultato con le promesse di Mahdi alla folla. Nel frattempo a Nassiriya così come in molte città del sud sono stati bruciati edifici governativi, sedi di partiti: Wisdom, Asaib, Dawa;  Sud dove il governo sta inviando l’esercito.

Ultima città in cui si è alzata l’allerta è Mosul, città che ha pagato a caro prezzo l’invasione di Daesh e la sua liberazione, ancora in ginocchio in preda all’avidità delle milizie.

Difficile dire come finirà ma le dimissioni del governo e il passo indietro delle milizie, tutte le milizie, sarebbe molto gradito alle piazze irachene.

Graziella Giangiulio