Iraq: cresce la violenza contro i giornalisti

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IRAQ – Baghdad. 10/12/13. Spariscono e poi li trovano morti. Questa è la sorte dei giornalisti in Iraq. Se non li uccidono, vengonoa rrestati, oppure vengono chiuse le testate per cui lavorano.

La preoccupazione è talmente tanta che a parlarne oggi è stato il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Iraq, Nikolay Mladenov: «C’è una profonda preoccupazione internazionale circa l’ondata di omicidi mirati ai giornalisti in Iraq». Mladenov ha esortato nella sua dichiarazione le autorità irachene ad adottare tutte le misure necessarie per indagare questi crimini e prevenire i reati contro i giornalisti e garantire la loro sicurezza, lontano dalle minacce e violenze o arresti arbitrari.

E di recente, le operazioni che prendono di mira i giornalisti iracheni sono aumentate, l’ultima vittima è stata da Mosul, Ali Mohsen Hussein, è stato ucciso questo pomeriggio, quando è stato attaccato da uomini armati con le pistole e non identificati che lo hanno freddato sul posto. La settimana scorsa è stata la volta di Wadah al-Hamdani, che lavorava per il canale satellitare Baghdad a Bassora, ucciso da uomini armati.

Ieri a scendere in campo contro la violenza verso i giornalisti è stata la Federazione Generale dei giornalisti arabi che dal portale shafaaq.com ha diramato un comunicato in “Twilight News”: «La Federazione dei giornalisti arabi ha rilevato l’escalation di violenza contro i giornalisti iracheni nel 2013, un vero e proprio record negativo» gli abusi contro i giornalisti iracheni sono quantificabili in: 293 violazioni; di cui 68 con ingiusta detenzione e/o arresto, 95 casi in cui i giornalisti non hanno potuto svolgere il loro lavoro, e 68 casi di aggressione fisica, sette attacchi armati e 51 sporadici atti ci violazione, e 13 casi di chiusura e sospensione di una licenza commerciale per le organizzazioni dei media, locali e stranieri.
E ancora, lamenta la Federazione: «Quest’anno ha visto anche la morte di sei giornalisti, e conferma che l’ambiente di sicurezza e business notizie legali è ancora fragile e non vi è un minimo di sicurezza sul lavoro in Iraq», e ha esortato «il governo iracheno ad adottare misure efficaci per proteggere i giornalisti iracheni, dopo l’aumento della violenza contro di loro soprattutto nelle ultime settimane, e nel paese, il numero di giornalisti uccisi dall’invasione degli Stati Uniti è di almeno 300 giornalisti».
La federazione dei giornalisti arabi ha invitato «le organizzazioni internazionali per i diritti umani e tutti a condannare questi atti di terrorismo commessi contro i giornalisti iracheni, in quanto sono incompatibili con la libertà di opinione e di espressione e lavora per imbavagliato».