IRAQ. Dopo i Pasdaran iraniani, Trump vuole dichiarare terroriste le milizie irachene

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La ONG HRW ha registrato gravi violazioni dei diritti umani nella prigioni irachene. Secondo account social media iracheni, la realtà educativa in Iraq sta vivendo un declino senza precedenti dall’occupazione del 2003, mentre prima la popolazione era completamente alfabetizzata.  

Nel frattempo continua a destare particolare preoccupazioni il livello delle acque nei serbatoi e dighe iracheni. In effetti, l’acqua è arrivato a livelli senza precedenti e migliaia di persone sono a rischio sfollamento a causa di nuove inondazioni previste. 

La questione politica continua ad essere molto calda in Iraq. Il parlamentare del gruppo sadrista Sairun, Slam al Shammari, ha dichiarato che a breve bisognerà attendersi il collasso del governo Mahdi per il rimpiazzo di cinque ministri: dell’acqua, del petrolio, dei giovani e dello sport, dell’elettricità e delle finanze. Un altro parlamentare ha indicato che l’Iraq importa beni per 50 miliardi di dollari, ma vengono effettuati controlli solo per cinque miliardi.

Altri account locali hanno citato fonti interne al partito Dawa che avrebbe ricevuto pressioni da Teheran nei confronti dei leader del partito per la convergenza politica e la tenuta di una conferenza generale del partito.

Si apprende dal chargé d’affaire dell’ambasciata americana, John Hood, ripreso dai social che gli USA si preparerebbero a classificare le fazioni irachene armate con legami con Guardiani della Rivoluzione iraniani come terroristi nell’interesse dell’Iraq. Questo rischia non solo di portare al collasso della sicurezza del paese, ma anche allo scontro con le forze americane presenti in Iraq. Forse è la mossa che si aspettano gli USA per aprire definitivamente il conflitto con l’Iran, o risolvere la questione politica irachena. A ogni modo, il Capo del blocco parlamentare nazionale, Kazem al Shammari, ha criticato la dispersione della politica nazionale e mette in guardia contro l’inclusione delle milizie nelle liste del terrorismo. 

L’ex primo ministro Abadi si è recato a Najaf, dove ha criticato il premier Mahdi dichiarando che il suo partito ha garantito la nomina di Mahdi per avere dei ministeri gestiti da professionisti, non da partigiani come adesso.

Redazione