Disgelo Iran – Usa?

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USA – Washington 20709/2013. Dopo che Hassan Rouhani e Barack Obama hanno rivelato di essersi scritti e contattati, il presidente iraniano ha pubblicato un editoriale sul Washington Post del 20 settembre.

Rouhani invita a modificare le relazioni tra i popoli ed esorta a «impegnarsi con le proprie controparti, sulla base di condizioni di parità e rispetto reciproco, per affrontare i problemi comuni e raggiungere obiettivi condivisi». Ricorda che: «L’ approccio unilaterale, che esalta la forza bruta e la violenza tra le razze, è chiaramente incapace di risolvere i problemi che tutti noi affrontiamo, come il terrorismo e l’estremismo. Dico tutti perché nessuno è immune alla violenza estremista, anche se infuria a migliaia di chilometri di distanza. Gli americani si sono svegliati con questa realtà 12 anni fa». Rouhani poi delinea il suo approccio geopolitico: «Il mio approccio alla politica estera cerca di risolvere questi problemi, affrontando le cause. Dobbiamo lavorare insieme per porre fine alle dannose rivalità e interferenze che alimentano la violenza e ci allontanano. Dobbiamo prestare attenzione alla questione identitaria come un fattore chiave della tensione nel Medio Oriente e oltre. (…) Mi impegno a affrontare le nostre sfide comuni attraverso un duplice approccio. In primo luogo, dobbiamo lavorare assieme in modo costruttivo per creare un dialogo nazionale, in Siria e in Bahrein. Dobbiamo creare un’atmosfera in cui i popoli della regione possano decidere il proprio destino. Come parte di questo, vi annuncio la disponibilità del mio governo a contribuire per facilitare il dialogo tra il governo siriano e l’opposizione. In secondo luogo, dobbiamo affrontare le più ampie, ingiustizie globali e le rivalità che alimentano la violenza e le tensioni. Un aspetto fondamentale del mio impegno per l’interazione tra popoli costruttiva comporta uno sforzo sincero per impegnarsi con i vicini e le altre nazioni per identificare e garantire soluzioni “win-win”. Questo approccio può essere utile agli sforzi per prevenire che i conflitti da “freddi” diventino “caldi”. Ma per andare oltre l’impasse, sulla Siria, sul programma nucleare del mio paese o sulle sue relazioni con gli Stati Uniti, abbiamo bisogno di puntare più in alto. Piuttosto che concentrarsi su come evitare che le cose peggiorino, abbiamo bisogno di pensare – e parlare – su come migliorarle. Per fare questo, abbiamo tutti bisogno di trovare il coraggio di iniziare a manifestare quello che vogliamo in modo chiaro, conciso e sinceramente, e renderlo tutt’uno con la volontà politica prendendo le misure necessarie. Questa è l’ essenza del mio approccio per una  interazione costruttiva tra i popoli». Sul programma nucleare iraniano Rouhani ha detto che: «Per noi la padronanza del ciclo del combustibile nucleare e la produzione di energia nucleare serve a diversificare le nostre fonti di energia che serve all’Iran come nazione, richiama la nostra richiesta di dignità e rispetto e il nostro conseguente posto nel mondo». L’apertura è importante perché anche se  il potere di approvare qualsiasi accordo non tocca a Rouhani, ma alla Guida Suprema Ali Khamenei, la possibilità data a Rouhani di impegnarsi con l’Occidente èfa ben sperare.

Rouhani, che sta per recarsi negli Stati Uniti per parlare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, terrà una serie di conferenze al Council on Foreign Relation, all’Asia Society e rilascierà interviste alla Pbs e alla Cnn.