IRAN. Teheran pronta a difendere l’accordo nucleare

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Il parlamento iraniano ha approvato, il 20 agosto, tutte le scelte fatte dal presidente Hassan Rouhani per il governo tranne una.  

Il governo iraniano ha 18 ministeri, ma Rohani non ha ancora nominato nessuno alla guida  del ministero della Scienza, che sovrintende all’istruzione superiore. Il ministero sarà gestito da un deputato fino a quando non verrà trovato un candidato adatto  all’incarico, riporta l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Mehr.

Rohani ha dichiarato che la protezione dell’accordo nucleare del 2015, che prevede il rallentamento delle attività nucleari di Teheran in cambio di una mitigazione delle sanzioni, sarebbe stata la priorità della politica estera del suo nuovo governo.

I legislatori iraniani hanno approvato 16 dei 17 ministri proposti da Rohani, compreso il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, negoziatore principale sull’accordo nucleare con le maggiori potenze mondiali, tra cui gli Stati Uniti. Rohani ha citato Washington nel suo discorso al parlamento prima della votazione, trasmessa in diretta sulla televisione statale: «Il dovere più importante del nostro ministro degli Esteri è quello di far rispettare l’accordo nucleare, non permettere all’America di avere successo, non permettere ai nemici iraniani di vincere».

Il presidente Usa, Donald Trump, che ha imposto diverse nuove sanzioni sull’Iran, ha ribadito ancora una volta che Teheran non sta «vivendo nello spirito» dell’accordo nucleare, che ha definito  «un accordo orribile». Il dipartimento di Stato ha dichiarato il 15 agosto che Washington stava esaminando la sua politica verso l’Iran e inoltre riteneva che l’accordo nucleare non avesse messo fine alle altre attività “destabilizzanti” di Teheran nella regione. Gli Stati Uniti e gli osservatori delle Nazioni Unite che controllano l’osservanza dell’accordo hanno però trovato che l’Iran ha aderito all’accordo.

Il ministro del petrolio Bijan Zanganeh è stato confermato nel nuovo governo di Rouhani. Durante il suo mandato, l’Iran ha visto un aumento della sua produzione di greggio dopo l’allentamento delle sanzioni nell’ambito dell’accordo sul nucleare e ha firmato un accordo multi-miliardario con la francese Total Energy. Il ministro dell’Energia designato da Rohani, Habibolalh Bitaraf, è stato respinto dal parlamento, poiché i legislatori lo hanno criticato per la risposta data dal governo alla siccità e alla crisi idrica.

Graziella Giangiulio