IRAN. Teheran minaccia una rappresaglia, se si provasse un sabotaggio a Natanz

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Gli investigatori iraniani hanno determinato la causa di un incendio alla centrale nucleare di Natanz, rifiutando di rilasciare immediatamente i dettagli delle scoperte su “ragioni di sicurezza”. La dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale è arrivata con Gholamreza Jalali, il capo della difesa civile iraniana, che ha detto alla televisione di stato che Teheran avrebbe reagito contro qualsiasi paese che effettuasse attacchi cibernetici sui suoi siti nucleari.

Stando a quanto riporta Reuters, l’incendio di Natanz, avvenuto il 2 luglio, è stato causato da un sabotaggio informatico. Il sito di arricchimento dell’uranio di Natanz, in gran parte sotterraneo, è uno dei diversi impianti iraniani controllati dagli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Aiea.

L’Organizzazione iraniana per l’energia atomica ha inizialmente segnalato un “incidente” avvenuto all’inizio del primo luglio a Natanz, situato nel deserto nella provincia centrale di Isfahan. In seguito ha pubblicato una foto di un edificio di un piano in mattoni con il tetto e le pareti parzialmente bruciate, riporta Al Jazeera.

L’Aiea ha detto che nessuno dei suoi ispettori si trovava a Natanz al momento dell’incendio e che «il luogo dove è avvenuto l’incidente non contiene materiale nucleare». Keyvan Khosravi, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, ripreso da Irna, che gli esperti hanno «determinato la causa principale dell’incidente» ma che «sarà dichiarata a tempo debito per motivi di sicurezza».

Il mistero intorno all’incidente si è approfondito dopo che la Bbc ha riferito che un gruppo sconosciuto chiamato “Ghepardi della Patria” ha rivendicato la responsabilità dell’attacco in una dichiarazione inviata ai giornalisti del servizio persiano della rete prima che la notizia dell’incendio diventasse pubblica. Il nome del gruppo è sembrato strano fin da subito, dato che il “ghepardo” è un soprannome della nazionale iraniana di calcio; i sospetti sull’incidente sono caduti immediatamente su Israele sui media iraniani. L’agenzia Irna ha riporotato quella che ha definito la possibilità di un sabotaggio: «Finora l’Iran ha cercato di prevenire l’intensificarsi delle crisi e la formazione di condizioni e situazioni imprevedibili (…) Ma l’attraversamento delle linee rosse della Repubblica Islamica dell’Iran da parte di Paesi ostili, specialmente il regime sionista e gli Stati Uniti, significa che la strategia… dovrebbe essere rivista».

Natanz è il fulcro del programma di arricchimento dell’Iran, che secondo Teheran è solo per scopi pacifici. Le agenzie di intelligence occidentali e l’Aiea ritengono che avesse un programma coordinato e clandestino di armi nucleari che ha interrotto nel 2003. Teheran nega di aver mai cercato armi nucleari. il Jpcoa ha congelato la situazione che però si è riaccesa quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è ritirato nel 2018.

Quest’anno l’AIEA ha anche pubblicato due rapporti che rimproverano all’Iran di non aver risposto alle domande sulle attività nucleari prima dell’accordo del 2015 in tre siti e di avergli negato l’accesso a due di essi.

Lucia Giannini