Teheran prende le distanze dal terrorismo di ISIS

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ITALIA – ROMA 22/01/2015. È ormai confermato che durante l’attacco israeliano di domenica contro un convoglio di militanti Hezbollah, oltre ai cinque esponenti del partito di Dio siano rimasti uccisi anche 6 soldati iraniani, sembra appartenenti al gruppo scelto delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche impegnate nella protezione dei confini e nelle operazioni militari nell’ambito della guerra siriana.

Come sappiamo i rapporti tra Iran e Israele non sono idilliaci e questo fatto potrebbe riaprire situazioni non certo favorevoli alla ricomposizione degli equilibri del Medio Oriente.
La marcia funebre (nella foto i funerali), guidata dal comandante del corpo di Al-Quds, del generale Mohammad Ali Allah-Dadi si è svolta il 21 gennaio presso il villaggio Pariz della contea Sirjan nella provincia di Kerman nel sud est dell’Iran. Presenti, in rappresentanza del Segretario generale di Hezbollah Sayyed Nasrallah, il generale Qassem Suleimani, e Sheikh Nabil Qawook. Quest’ultimo durante il funerale ha sottolineato: «Come ieri, oggi e domani l’Iran rimarrà forte nell’impegno strategico del legame con la resistenza di Libano, Palestina e Siria, manterremo l’avamposto nei confronti del nemico. Non è una novità per l’Iran offrire martiri a sostegno di Al-Quds, Palestina e Libano, e la resistenza libanese apprezza i grandi sacrifici della Repubblica Islamica dell’Iran, e rimarrà a questa fedele». Lo sceicco Qawook ha poi concluso: «Dall’Iran annunciamo che noi Hezbollah resteremo con il IRG (Iranian Revolutionary Group) in una posizione di confronto di fronte al nemico, saremo una grande catastrofe per Israele».
Intanto sempre il 21 gennaio, l’Ayatollah Sayyed Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, ha rivolto ai giovani di Europa e Nord America un messaggio per mettere in evidenza un concetto dell’Islam in Occidente che non è reale, invitandoli a cercare sempre le giuste informazioni prima di accettare la propaganda che giunge nei loro Stati. Di seguito alcuni stralci del messaggi.
«Mi rivolgo a voi, non perché trascuriate i vostri genitori, ma è perché il futuro delle vostre nazioni e paesi è nelle vostre mani; inoltre trovo che il senso della ricerca della verità è più forte e attento nei vostri cuori. Non mi rivolgo ai vostri politici e statisti, in questo scritto, perché credo che abbiano consapevolmente separato il percorso della politica dal sentiero della rettitudine e della verità».
È chiaro l’intento dell’imam di cercare di recuperare le immagini negative dell’Islam in Occidente che, secondo lui, sono state da lungo tempo poste in essere dalla politica di questi paesi. «La storia degli Stati Uniti e dell’Europa porta in evidenza la vergogna della schiavitù, si imbarazza del periodo coloniale e si mortifica dell’oppressione alla gente di colore e non cristiani. I vostri ricercatori e storici si vergognano profondamente delle stragi compiute in nome della religione tra cattolici e protestanti o in nome di nazionalità ed etnia durante le Guerre Mondiali. Questo approccio è ammirevole. Menzionando una questo lungo elenco, non voglio rimproverare la storia; piuttosto vorrei che chiedeste ai vostri intellettuali per quale motivo la coscienza pubblica in Occidente si svegli con un ritardo di decenni e a volte di secoli.
Perché la revisione della coscienza collettiva dovrebbe applicarsi al passato lontano e non ai problemi attuali? Perché si cerca di evitare che la consapevolezza pubblica, riguardo a un tema importante come il trattamento della cultura e del pensiero islamico?».
Parla poi della politica della diffusione dell’odio e della fobia nei confronti dell’islam che ha avuto una intensità senza precedenti e domanda perché la struttura del potere mondiale vuole emarginare l’islam e soprattutto quali concetti e valori nell’Islam disturbino i loro programmi e gli interessi ed è possibile che per salvaguardare questi si debba distorcere l’immagine dell’Islam?
Per questi motivi Sayyed Khamenei insiste sul fatto che: «In risposta alla marea di pregiudizi e di campagne di disinformazione, bisogna cercare di acquisire una conoscenza diretta di questa religione. […] Io non insisto sul fatto che accettiate la mia lettura o qualsiasi altra lettura dell’Islam. Quello che voglio dire è: non lasciare che questa realtà dinamica del mondo attuale possa introdursi nelle vostre vite attraverso rancori e pregiudizi. Non permettere ai terroristi di introdursi ipocritamente come rappresentanti dell’Islam».
Il consiglio è quello di ricevere le informazioni attraverso il Corano e la vita del Profeta e di crearsi un giudizio imparziale, stando attenti ai mezzi di comunicazione che hanno rimosso i confini geografici ma che rischiano di fabbricarne altri mentali. «Non perdete l’opportunità di acquisire una corretta comprensione dell’islam attraverso il vostro senso di responsabilità nei confronti della verità, perché le future generazioni dovrebbero scrivere la storia usando la reciprocità tra islam e Occidente con una coscienza pura e senza risentimento».
L’invito dell’Ayatollah’ è chiaro: prendere le distanze da questo nuovo terrorismo che invita alla violenza in nome di Dio. Lo Stato Islamico non riscuote l’interesse dei grandi paesi islamici e che in questo momento si stanno stringendo contro il terrorismo e la nuova deriva del pericolo dell’odio che potrebbe portare a far crescere l’interesse per il nemico principale di questi nella Regione, Israele, che come denunciano da sempre ha forti mire espansionistiche. Sostare l’obiettivo potrebbe essere comodo, e il mondo dell’islam vuole sempre di più in questo momento mostrare il volto di pace di questa religione.

alessandra.mulas@gmail.com