Zarif a Giacarta

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INDONESIA – Giacarta 06/03/2014. Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif sta per incontrare il presidente e il ministro degli esteri indonesiani.

Riporta la notizia l’iraniana Press TV, il 6 marzo.
Zarif dovrebbe avere incontri separati con il presidente Susilo Bambang Yudhoyono e il ministro degli Esteri Raden Mohammad Marty Muliana Natalegawa a Giacarta il 6 marzo.
All’ordine del giorno la discussione di questioni regionali e internazionali. Zarif è arrivato nella capitale indonesiana il 5 marzo, dopo una visita di due giorni in Giappone. Durante la sua visita a Tokyo, il ministro degli Esteri iraniano ha incontrato il ministro degli Esteri Fumio Kishida e il primo ministro Shinzo Abe. La visita di Zarif in Giappone è avvenuta dopo un invito del suo omologo giapponese e mirava ad espandere i legami bilaterali tra Teheran e Tokyo.
Secondo i dati ufficiali del Ministero del Commercio dell’Indonesia, gli scambi commerciali tra Iran e Indonesia ammontavano a 1,26 miliardi di dollari nel 2012, cinque volte superiore rispetto al 2002.
Come parte dei crescenti legami Teheran – Jakarta l’iraniana Nakhle Barani Pardis e l’indoensiana PT Kreasindo, l’11 febbraio, hanno firmato un memorandum di tre miliardi di dollari per la costruzione di una raffineria in Indonesia; Nakhle Barani Pardis ha accettato di finanziare il 30 per cento della raffineria che dovrebbe essere costruita a Banten o in un’altra posizione nell’ovest di Giava.
Il progetto dovrebbe iniziare nel 2015 e dovrebbe essere completo dopo tre anni.
Nel mese di gennaio 2014, l’Istituto di ricerca dell’Iran Petroleum Industry ha incontrato i funzionari indonesiani sulla riapertura dei pozzi di petrolio del paese: durante una visita a Teheran, un gruppo di parlamentari indonesiani aveva in precedenza chiesto all’istituto di valutare la fattibilità di far “rivivere” oltre 1.000 pozzi di petrolio nel paese.
L’Indonesia era un membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), ma ne è uscita fuori nel 2009 dopo un calo costante nella produzione dovuta a infrastrutture carenti e alla scarsità di investimenti.