INTELLIGENCE. È tornata la guerra di spie in Europa

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I servizi segreti di Stati Uniti, Russia o Israele spesso eliminando i propri nemici all’estero. Questo metodo, almeno in Europa, sembrava una reliquia della guerra fredda, ma ora sembra essere tornato.

Dw e Vijesti, testata tedesca una e balcanica l’altra, inscrivono in questa modalità l’uccisione del generale Soleimani all’inizio di quest’anno; alla fine del 2019, un immigrato ceceno, Zelimkan Kangoshvili, è stato ucciso a Berlino, presumibilmente da un agente dei servizi segreti russi.

L’Europa sta vivendo una nuova ondata di omicidi commessi dai servizi segreti e la fine di questo fenomeno non è visibile: «È più che probabile che ci saranno più omicidi simili dietro i quali ci sono i servizi segreti», ha detto Gerhard Schindler, ex capo del servizio segreto tedesco per gli affari esteri presso il Bnd, a Berlino, ripreso da Dw.

Il motivo di questa nuova ondata è da ricercare nel crollo dell’ordine internazionale. Stati Uniti, Russia e Cina sono in competizione con potenze regionali emergenti come l’Iran o l’Arabia Saudita; il tono dello scontro sta diventando sempre più acuto e i mezzi più brutali.

Chiaramente, gli stati hanno da tempo praticato uccisioni mirate. Russia, Israele o Stati Uniti hanno fatto regolarmente ricorso allo strumento negli ultimi 30 anni. Ma in Europa, dopo la fine della Guerra fredda, non si erano registrati per lungo tempo; a interrompere la stagione fu l’omicidio Litvinenko. 

Le uccisioni e gli attacchi segreti hanno origini diverse: operazioni come gli Stati Uniti contro un generale iraniano o azioni dei servizi segreti israeliani contro Hamas e Hezbollah prendono di mira nemici militari con l’obiettivo di perseguirli senza rischio di scatenare una guerra.

Quindi, chi sono le potenziali vittime di questi attacchi? Si tratta di una piccola cerchia di persone: nemici militari, dissidenti politici ed ex membri dei servizi segreti che hanno cambiato squadra. C’è però un problema: “l’omicidio mirato” sembra accurato, ma in realtà muoiono non solo le vittime previste, ma anche quelle che non hanno nulla a che fare con esso.

E quindi una coppia inglese per caso è rimasta avvelenata dalla tossina mortale destinata all’agente russo Skripal; in Norvegia, un servizio segreto israeliano ha erroneamente ucciso un passante anziché un islamista. Il danno collaterale non può mai essere escluso.

Luigi Medici