INDONESIA. Jihadisti cercasi per combattere in Myanmar

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Una serie di proteste a difesa della popolazione rohingya ha scosso l’Indonesia il 4 settembre; durante le proteste il gruppo sunnita Front Pembela Islam, Fpi, (Fronte dei Difensori Islamici) coinvolto in attentati e scontri con le autorità del più grande paese islamico del mondo, ha annunciato la ricerca e l’arruolamento di volontari per combattere in Myanmar a difesa della minoranza musulmana.

Il presidente del Fpi Klaten Suyadi Al Abu Fatih, ha spiegato che i volontari dovrebbero avere preferibilmente un’età compresa tra i 21 e i 40 anni, e che possono arruolarsi attraverso da un loro check post a Klaten o scaricare i moduli dalla pagina Facebook del gruppo, secondo il quotidiano indonesiano Tempo. Suyadi (nella foto con il megafono) ha detto che i volontari devono essere addestrati dall’organizzazione, fondata in Indonesia nel 1998, prima di recarsi in Myanmar, ma ha avvertito che avrebbero dovuto sostenere i costi del viaggio e del loro sostentamento una volta arrivati a destinazione.

Suyadi ha poi aggiunto, riporta Tempo, che sarebbe andato comunque anche se il comitato centrale del Fpi, non avesse dato il suo assenso.

Si verrebbe a creare una milizia che andrebbe a combattere contro le truppe regolari birmane, sul modello internazionale dello YPG curdo e di simili milizie irachene, sciite e sunnite. Verrebbe ripetuto un modulo insorgente già visto in Siria e Iraq, con l’incognita Daesh che da tempo sta soffiando sul fuoco della reazione islamica a livello globale attraverso la sua sfera social; account europei, balcanici oltreché arabi stanno alimentando l’odio contro chi uccide i musulmani rohingya. Non c’è solo ISIS, anche HTS, Hayʼat Taḥrīr al-Shām, vicino ad al Qaeda sta alimentando l’odio verso i buddisti birmani mostrando immagini e video delle violenze nel Rakhine per suscitare una reazione nella Umnmah islamica. 

L’annuncio del Fpi è stato dato mentre centinaia di indonesiani, soprattutto donne, hanno protestato davanti all’ambasciata del Myanmar a Giacarta, chiedendo la fine delle persecuzioni contro i rohingya da parte delle forze di sicurezza del paese in risposta all’ attacco dell’Arsa  rohingya nello stato di Rakhine. Le manifestazioni si sono svolte un giorno dopo che altri manifestanti avevano lanciato Molotov contro l’ ambasciata.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi ha incontrato il suo omologo del Myanmar e capo de facto del governo del paese, Aung San Suu Kyi e il capo delle forze armate del paese Min Aung Hlaing a Naypyidaw sempre il 4 settembre, e ha chiesto la protezione della comunità rohingya. Il ministro indonesiano ha detto che le forze di sicurezza del Myanmar dovrebbero agire con moderazione, proteggere i civili senza discriminazioni di religione o etnia e consentire aiuti umanitari, secondo l’ agenzia indonesiana Antara.

Marsudi ha chiesto al Myanmar di consentire all’Indonesia, alla Croce Rossa Internazionale e ad altri membri dell’aswan di fornire aiuti umanitari alle rohingya.

Graziella Giangiulio