INDIA. Oltre 200 terroristi vogliono entrare nel Kashmir dal Pakistan

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Più di 200 sospetti militanti stanno provando ad attraversare il confine per entrare nel Kashmir indiano dal Pakistan, ha denunciato il consigliere per la sicurezza nazionale dell’India, accusando Islamabad di cercare di alimentare la violenza nella regione. 

Il Pakistan ha condannato il mese scorso la decisione dell’India di revocare l’autonomia costituzionale del Kashmir e il primo Ministro Imran Khan ha promesso la scorsa settimana una risposta più completa possibile alle azioni dell’India nel territorio contestato. «Ci sono circa 230 persone pronte a infiltrarsi da diverse parti del Kashmir», ha detto Ajit Kumar Doval, consigliere della sicurezza nazionale del primo ministro Narendra Modi, ripreso da Reuters.

Il numero si basa sulle intercettazioni radio e l’intelligence da terra, hanno detto i militari indiani, aggiungendo che alcuni militanti erano già stati catturati dalle forze di sicurezza indiane. «Un gran numero di armi sono state contrabbandate e alla gente in Kashmir è stato detto di creare problemi», ha detto Doval, che è considerato uno degli architetti del ritiro dello status speciale del Kashmir per integrarlo completamente in India.

L’India ha imposto un giro di vite nel Kashmir indiano all’inizio di agosto per prevenire proteste violente su larga scala. Alcuni blocchi sono poi stati allentati, ma il telefono cellulare e i servizi internet sono ancora limitati perché possono essere usati per scatenare disordini, ha detto Doval: «Vorremmo che tutte le restrizioni fossero abolite, ma dipende da come si comporta il Pakistan. È una situazione di stimolo e di risposta (…) Se il Pakistan inizia a comportarsi in un certo modo, se intimidiscono i terroristi, questi poi non si infiltrano (…) Il Pakistan deve smette di inviare segnali agli operatori attraverso le sue torri, solo allora possiamo togliere le restrizioni».

L’India ha a lungo accusato il Pakistan di addestrare, armare e inviare militanti nel Kashmir, dove sta combattendo una rivolta da quasi 30 anni. Il Pakistan nega il sostegno diretto, ma dice di dare sostegno morale e diplomatico al popolo del Kashmir nella sua lotta per l’autodeterminazione. 

Antonio Albanese