INDIA. Conclusa la prima fase della Malabar 2020. Pechino furiosa

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La marina australiana si è unita alle navi da guerra indiane, giapponesi e americane per le esercitazioni annuali Malabar che sono iniziate la scorsa settimana nell’Oceano Indiano, segnando la crescente convergenza strategica dei quattro Paesi in un contesto di crescente preoccupazione per l’assertività cinese in Asia.

La decisione dell’India di includere l’Australia per le esercitazioni annuali arriva sulla scia della spinta di Washington per una più profonda collaborazione in materia di sicurezza nel “Quad”, il gruppo informale che include Stati Uniti, Giappone, Australia e India come contrappeso alla Cina. L’Australia torna alle esercitazioni dopo 13 anni, quando la sua partecipazione ha suscitato stridenti obiezioni cinesi. Ma questa volta con le esercitazioni Malabar, tutti e quattro i partecipanti cercano una strategia a lungo termine per controbilanciare la Cina.

La prima fase delle esercitazioni, che include manovre di combattimento, si è tenuto nella Baia del Bengala. La seconda fase si terrà a metà novembre nel Mar Arabico. «L’esercitazione, condotta come esercizio ‘senza contatto, solo in mare’ in vista della pandemia Covid-19, metterà in evidenza gli alti livelli di sinergia e coordinamento tra le marine amiche, che si basa sui loro valori condivisi e sull’impegno per un ordine internazionale aperto, inclusivo e basato su regole», ha detto la Marina indiana in un comunicato ripreso da VoA .

L’esercitazione Malabar, iniziata nel 1992 come manovra bilaterale tra India e Stati Uniti, è stata estesa al Giappone come membro permanente nel 2017. Ha visto anche la partecipazione occasionale di altri Paesi. Mentre l’Australia vuole tornare da tempo, l’India ha esitato ad estendere un invito per le preoccupazioni di irritare la Cina. Ma lo stallo militare di sei mesi con la Cina sull’Himalaya ha spinto l’India a prendere una posizione più decisa sulla collaborazione con il “Quad” e gli analisti dicono che le Malabar di quest’anno contribuiranno a consolidare il gruppo, al quale Washington sta cercando di dare una spinta strategica dal 2017.

La Cina ha denunciato il “Quad” attraverso il suo ministro degli Esteri, Wang Yi, dicendo il mese scorso che il suo «obiettivo è quello di suonare la tromba della vecchia mentalità della Guerra Fredda per suscitare il confronto tra diversi gruppi e blocchi». Oltre alle recenti tensioni con la Cina per una disputa sui confini, negli ultimi anni l’India ha guardato con grande attenzione ai crescenti investimenti di Pechino e alla sua crescente influenza nei Paesi dell’Oceano Indiano come Sri Lanka, Myanmar, Pakistan e Bangladesh. Con circa il 70 per cento del commercio globale che passa attraverso l’Oceano Indiano, è una via d’acqua estremamente strategica.

Le relazioni diplomatiche dell’Australia con la Cina sono peggiorate quest’anno e Canberra si è impegnata a spendere miliardi di dollari per un’ambiziosa struttura militare, dicendo che deve affrontare sfide regionali.

Luigi Medici