India – Cina: evitare l’escalation

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CINA – Pechino 10/5/13. Il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid ha iniziato un viaggio di due giorni in Cina il 9 maggio, per allentare le tensioni causate da uno sforamento effettuato da truppe cinesi che ha evidenziato tensioni a lungo sopite.

I due paesi più popolosi del mondo negli ultimi anni hanno visto migliorare le relazioni e scambi, ed entrambe le parti avevano cercato di mantenere un basso profilo sulla questione, in piedi da diverse settimane. Secondo i dati del ministero del Commercio cinese, il commercio bilaterale tra i due ha raggiunto i 69 miliardi di dollari nel 2012, con 54 miliardi dollari di esportazioni cinesi verso l’India. Nonostante la buona volontà, i legami tra i due vicini di casa rimangono improntati dal sospetto reciproco sempre vivo dalla guerra di confine del 1962 combattuta in Himalaya. La frontiera informale che divide i due paesi, la Linea di controllo effettivo (Lce), non è mai stata formalmente delimitata, anche se le due parti hanno firmato accordi per mantenere la pace nella zona. L’ultimo contrasto è iniziato a metà aprile, quando l’India ha accusato la Cina di aver sforato di quasi 20 chilometri all’interno di una regione rivendicata dall’India. Pechino ha respinto l’accusa, dicendo le truppe cinesi «non hanno mai oltrepassato la linea». Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, ha detto che grazie a «uno sforzo comune» entrambe le parti  potranno «gestire correttamente» l’incidente. Khurshid si incontrerà con il premier Li Keqiang e il suo omologo Wang Yi. Khurshid aveva detto in precedenza che era importante evitare di «distruggere» anni di progressi compiuti tra i due paesi, mentre il primo ministro indiano Manmohan Singh aveva anche sottolineato il suo desiderio di evitare una eventuale escalation. In questi anni, Ppiccole incursioni di alcuni chilometri attraverso il confine conteso si sono verificate regolarmente, ma era raro che entrambi i lati creassero accampamenti all’interno del territorio conteso.