Hollande a Bamako: «Saremo con voi»

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MALI – Bamako. Il presidente francese Francois Hollande ha promesso di ritirare le sue truppe dal Mali, una volta che lo Stato del Sahel avrà ripristinato la propria sovranità sul proprio territorio nazionale e di una forza militare africana dell’Onu potrà sostituire i soldati francesi.

«Era compito della Francia (…) sì abbiamo dovuto essere lì», ha insistito, «per ridare alla gente del Mali la sua umanità, integrità e forza».

Ha poi aggiunto: «Ricordo che quando la Francia è stata attaccata, minacciata, chi è venuto? (…) L’Africa, il Mali, grazie! Stiamo pagando il nostro debito con voi (…) saremo con voi fino alla fine, fino al nord del Mali». Hollande ha poi chiarito che «la Francia non ha intenzione di restare qui, è così che vedo le relazioni tra la Francia e l’Africa. Siete voi che gestirete il vostro destino (…) noi saremo al vostro fianco» ha dichiarato.

Parlando poi della sorte dei miliziani islamici, il presidente francese ha detto che occorre fare «giustizia, non vendetta (…) non bisogna eliminare un’ingiustizia facendone un’altra, è necessario punire i criminali, ma nel rispetto dei diritti umani, dimostrando che il Mali è un esempio per tutta la comunità internazionale»

Hollande ha poi sottolineato che l’operazione francese in Mali ha lo scopo di far posto a una forza Onu africana. Quando era arrivato a Timbuktu, il presidente francese aveva avvertito che l’azione della Francia in Mali non era ancora è completato: «Ci vorranno un paio di settimane, ma il nostro obiettivo è quello di passare il testimone alle forze africane».

Il governo francese ritiene che, per quanto il suo intervento militare sia un “successo”, una nuova fase si debba aprire con la ricerca dei jihadisti ritiratisi tatticmente nelle zone desertiche del Paese. Il presidente maliano, Dioncounda Traoré, ammette di non sapere «se il peggio è passato»

Attualmente, 4.600 soldati francesi – tra cui 3500 nel territorio del Mali – sono coinvolti nell’operazione lanciata l’11 gennaio che ha portato, in particolare, alla liberazione delle città di Gao e Timbuctù. Le forze africane ammontano ad oltre 3.000 soldati, tra cui 1900 nel quadro della missione internazionale di soccorso in Mali (Misma), cui devono essere aggiunti i soldati di Paesi come il Ciad, che non fanno parte della missione. In ultima analisi, dovrebbero essere più di 7.000 gli uomini schierati. I donatori internazionali riunitisi ad Addis Abeba alla fine di gennaio hanno promesso di fornire 450 milioni di dollari per finanziare la missione internazionale in Mali, per poi lasciare il posto a una forza di interposizione delle Nazioni Unite.

Il 31 gennaio, l’Onu ha dichiarato che l’esercito del Mali dovrà «proteggere tutte le persone» indipendentemente dall’etnia o dalla religione, dopo le notizie di «rappresaglie contro i civili Tuareg e arabi».