I Predator italiani lasciano Herat

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AFGHANISTAN – Herat 03/12/2014. Finisce la missione afghana per il Predator B dell’Aeronautica Militare; il 1° dicembre scorso è infatti atterrato per l’ultima volta sulla pista dell’aeroporto di Herat dopo aver condotto l’ultimo incarico operativo della durata di 5 ore e 35 minuti a favore delle “Forze di Sicurezza Afghane” e del contingente dell’International Security Assistente Force (Isaf).

Una breve ma significativa cerimonia ha concluso l’evento alla presenza del Comandante del Train Advise and Assist Command West (TAAC-W) Gen. Maurizio Angelo Scardino e del Comandante della “Joint Air Task Force” (J.A.T.F.) Col. Paolo Latini nella cui componente aerea nazionale ed interforze del contingente italiano in Afghanistan hanno operato i Predator italiani inquadrati nel Task Group Astore. Durante la cerimonia è stato simbolicamente ammainato lo stendardo del Gruppo a significare il saluto definitivo al territorio afgano.
Negli oltre 7 anni di impiego operativo a favore della missione Isaf, il primo volo risale all’8 giugno del 2007, i Predator italiani, nelle versioni “A+” e “B”, hanno contribuito in maniera decisiva al raggiungimento di importanti obiettivi operativi. I velivoli sono stati utilizzati principalmente per assicurare protezione alle isolate “Forward Operational Base (Fob)” così come alle basi sedi dei delle truppe della coalizione, per controllare percorsi che sarebbero stati successivamente interessati dal passaggio di convogli del contingente internazionale e ad acquisire informazioni “Intelligence” di aree di particolare interesse. In ogni missione condotta, i Predator hanno fornito un utilissimo e necessario supporto alle forze impiegate in attività sul terreno, essendo in grado con i propri sensori di bordo di avvistare pericoli ben oltre la portata dell’occhio umano e poterle rapidamente trasmettere e condividere con le unità supportate, aiutandole a prevenire e meglio reagire contro azioni condotte dalle forze ostili aumentandone la così detta “Situational Awareness” e cioè la conoscenza dell’ambiente circostante in cui si è chiamati ad operare.
Volendo rappresentare in numeri la missione in totale hanno effettuato 1576 sortite con 14191 ore di volo supportando 37 Task Force di tutto il contingente internazionale. I Predator dell’Aeronautica Militare hanno conseguito inoltre traguardi prestigiosi tra cui il numero complessivo di ore di volo effettuate, con una sola tipologia di velivolo, a favore della missione ISAF, nonché i record di volo raggiunti con i velivoli “A+” e “B”, rispettivamente di 26 ore e 42 minuti e 20 ore e 12 minuti, registrati come unici a livello internazionale.
Di grande rilevanza nel recente periodo e per la prima volta in un contesto operativo reale, è stata l’attività integrata, che ha visto i Predator protagonisti assieme ad altri assetti aerei tra cui gli AMX italiani schierati sempre ad Herat, finalizzata alla neutralizzazione dei ripetitori radio utilizzati dai talebani per coordinare gli attacchi contro le forze di sicurezza afgane e di ISAF. In questo contesto, i Predator italiani sono stati chiamati sia ad analizzare attentamente le aree circostanti confermando la completa assenza di civili che potessero in qualche modo essere danneggiati dalle operazioni condotte e sia ad effettuare la designazione dei bersagli necessaria alla guida dell’armamento di precisione impiegato dagli altri assetti aerei.
I Predator provenienti dal 28° Gruppo Volo del 32° stormo dell’Aeronautica Militare di stanza ad Amendola (Fg), supportati da uomini e donne provenienti da altri reparti della Forza Armata, hanno operato mettendo a sistema capacità e competenze umane e tecnologiche, che l’Aeronautica Militare esprime nell’ambito dei velivoli a pilotaggio remoto (Apr).

alessandra.mulas@gmail.com