Manifestazioni Greenpeace anti PFC

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ITALIA – Roma, 08702/2016. Dalle località sciistiche ai parchi, dalle pareti di roccia ai monti, gli amanti della natura e gli attivisti di Greenpeace hanno deciso di spogliarsi o vestirsi in maniera inconsueta per protestare contro la presenza di sostanze chimiche pericolose e persistenti, dannose per la salute e l’ambiente, nei prodotti dei maggiori marchi del settore outdoor.

Una mobilitazione globale, che si è tenuta in 19 Paesi del mondo dall’Australia alla Cina, dalla Germania alla Norvegia.
Nel rapporto Tracce nascoste nell’outdoor, pubblicato da Greenpeace, emerge come noti marchi outdoor continuino a usare Pfc per impermeabilizzare i prodotti nonostante si dichiarino a parole sostenibili e amanti della natura.
I Pfc sono composti chimici che non esistono in natura e, una volta immessi nell’ambiente, possono diffondersi ovunque inquinando anche le aree più remote del Pianeta accumulandosi nei tessuti degli animali e persino nel sangue umano. Queste sostanze possono causare seri danni al sistema riproduttivo e ormonale, oltre ad essere collegati a numerose malattie gravi come il cancro.
Greenpeace ha analizzato 40 prodotti, votati nei mesi scorsi dagli appassionati di tutto il mondo sul sito web dedicato, trovando Pfc non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e perfino sacchi a pelo. Solo in 4 prodotti (il 10 per cento quindi) non sono stati rilevati Pfc.