Grecia, due mesi per decidere il futuro della nazione

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I funzionari della troika degli istituti di credito internazionali torneranno ad Atene domani, 24 luglio, per ascoltare come il tri-partito di governo greco intende soddisfare i tagli di spesa richiesti in cambio del denaro per il salvataggio del Paese.

Il governo greco è indietro di alcuni mesi, rispetto alle promesse fatte, sui tagli di spesa e privatizzazioni. I revisori della Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale dovranno stilare una relazione sull’ammontare del deficit della Grecia e verificare se può ancora ricevere la tranche successiva 31.500.000.000 € a settembre. Senza questi soldi, le autorità greche non saranno in grado di ripagare il debito alla banca centrale della zona euro, o le retribuzioni o le pensioni nei prossimi mesi. Il ministro per lo sviluppo Costis Hatzidakis Domenica ha dichiarato che i prossimi due mesi saranno i “i più critici” e che il suo paese è in uno «stato di emergenza». «Se l’attuale governo non riesce, il prossimo sarà un governo della dracma», ha detto Hatzidakis quotidiano Ethnos. L’attuale ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, laurea ad Oxford in economia, ha finora elaborato tagli pari a 8 miliardi di euro contro i tagli alla spesa richiesti pari a 11.500.000.000 €. Inizialmente, il governo Samaras aveva sperato di negoziare una proroga di almeno due anni ancora a soddisfare i requisiti di salvataggio, mentre l’economia sta crollando più velocemente rispetto alle previsioni. Non solo, le privatizzazioni non hanno dato i risultati sperati ma a quanto pare sperare in un prolungamento per rientrare dal debito non è scontato. La Germania nel frattempo ha già fatto sapere che non vi è modo di aggirare i tagli alla spesa imposti da Bruxelles per salvare la Grecia. Quello che emerge, al momento, è che la Grecia non sarà probabilmente in grado di adempiere ai suoi obblighi. Se la Grecia non soddisfa tali condizioni, quindi non ci possono essere altri pagamenti. La soluzione che si prospetta all’orizzonte è che la Grecia abbandoni l’Euro. Anche perché se non rispetta il piano di rientro, l’FMI potrebbe chiamarsi fuori e se si chiama fuori il Fondo molti Paesi UE potrebbero non voler aiutare la Grecia e questo creerebbe un effetto a catena.