Gpl alle stelle

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BRASILE – Brasilia. I prezzi del Gpl veleggiano verso livelli record quest’anno, la crescente domanda si scontra con la scarsità di forniture, col rischio di far lievitare i costi del carburante nelle grandi economie del mondo.

Dopo un calo record e inaspettato nel 2012, la produzione è destinata a crescere di poco quest’anno.

La domanda, nel frattempo, continua a spingere verso l’alto, spinta da una rapida crescita economica soprattutto in Asia affamata di energia, dallo spegnimento quasi totale del nucleare in Giappone, dalla siccità in Brasile, che ha costretto la nazione sudamericana ad acquistare forniture di carburante per affrontare l’emergenza, a prezzi elevati.

Con l’80 per cento delle forniture mondiali di gpl bloccate in contratti a lungo termine, è in paesi come il Brasile e l’Argentina, Cina e India che le offerte potrebbero ottenere vasti successi.

Il gpl aiuta a colmare il divario nella fornitura di combustibile nei paesi in cui la produzione interna non riesce a tenere il passo con la domanda. Il complesso processo di liquefazione del gas, trasporto e rigassificazione del carburante può anche renderla più costosa rispetto alle forniture da gasdotto.

I prezzi del gpl sono attualmente circa 18 dollari per milione di unità termiche britanniche (MMBtu), in crescita di circa 2 dollari se confrontate con lo stesso periodo dell’anno scorso, ma comunque inferiori agli oltre 20 nel 2008.

La produzione di gpl è precipitata solo altre tre volte in 50 anni: nel 2008, quando l’economia globale era in caduta libera, nel 1980 e nel 1981, quando l’Algeria aveva bloccato le esportazioni di gpl verso gli Stati Uniti dopo una disputa sui prezzi.

Inoltre, il mercato più stretto significa che tutti gli eventi imprevisti, come il disastro nucleare del Giappone Fukishima, grandi eventi meteorologici improvvisi o fermi impianto, potrebbero spingere i prezzi ancora più in alto. Sulla scia di Fukushima, nel marzo 2011, le importazioni da parte dei consumatori più importanti del mondo di gpl sono vertiginosamente salite per soddisfare le esigenze crescenti, spingendo i prezzi asiatici del 70 per cento nei successivi sette mesi, stando a quanto riporta la Reuters.

Solo due degli oltre 50 impianti nucleari nipponici sono di nuovo operativi quasi due anni dopo il disastro.

I Paesi esportatori di gpl si stanno preparando a colmare un eccesso di domanda di fornitura nella seconda metà di questo decennio, ma nel frattempo si profila una carenza.

Dopo il raddoppio della produzione tra il 2000 e il 2011 in seguito ad una serie di nuovi progetti, la produzione è diminuita nello scorso anno a causa di eventi imprevisti. Una grande manutenzione degli impianti ha rallentato la produzione del primo esportatore del mondo, il Qatar, mentre l’aumento della domanda interna di energia in Egitto e Indonesia, un tempo sostenitori del mercato export di gpl, ha attinto dal mercato.

Attacchi agli impianti e disordini in Yemen hanno anche bloccato la realizzazione dal progetto di esportazione da quel paese, che aveva iniziato a produrre nel 2009.

Nel frattempo, un solo grande progetto, in Angola, con una capacità di produzione di 5,2 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) di gpl, dovrebbe iniziare nel corso di quest’anno.

La fornitura globale si è ridotta a circa 1,6 per cento delle 238 milioni di tonnellate del 2012, secondo le stime.

La situazione della sicurezza nello Yemen continua a destare preoccupazione e la produzione indonesiana probabilmente scenderà a quasi il 14 per cento nel 2013 a causa di un calo della produzione di gas domestico.

Allo stesso tempo, nuovi progetti in Asia possono richiedere gpl per consumo interno nel 2013: in India, in Cina e a Singapore, cinque nuovi terminali di importazione aggiungeranno quasi 18 milioni di tonnellate l’anno nella capacità di importazione, circa l’8 per cento della fornitura dello scorso anno. Il gpl viene utilizzato nella produzione di elettricità, riscaldamento e trasporti.

Tale domanda è solo destinata a crescere. La Cina, che ha in programma di triplicare l’utilizzo del gas entro il 2020 per ridurre la dipendenza dal carbone, ha quasi 10 MTPA nei progetti di importazione per il 2013.

A questo si aggiungono le difficoltà per pagare le forniture.

Affetto da una grave siccità che minacciava di schiacciare la produzione di energia idroelettrica, il Brasile ha pagato fino a 18 dollari per MMBtu.

Basti pensare che i prezzi del gas degli Stati Uniti,in sovrapproduzione grazie al boom dello scisto, langue sotto di 4 dollari per MMBtu.

In Argentina, la concorrenza sta ostacolando i tentativi di garantire l’approvvigionamento di gpl necessari per compensare la diminuzione di petrolio e gas. La YPF SA ha aperto una gara d’appalto nel mese di dicembre per importare un record di 83 carichi per il 2013, in lieve aumento rispetto all’anno precedente. Finora è riuscita a garantirsi solo 51 carichi a causa di dispute sui prezzi.

In pochi anni, però, il quadro delle forniture è più promettente per i consumatori.

Il boom dello scisto significa che ci saranno probabilmente nuove forniture provenienti dagli Stati Uniti sul mercato mondiale. Ci saranno anche nuovi terminali di esportazione in Australia e in Africa orientale nel 2020.