Passare il “muro di sabbia”

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GIORDANIA – Amman 17/05/2016. Più di 50mila siriani sfollati sono bloccati nel deserto in due posti di confine con la Giordania e devono affrontare la scarsità d’acqua e il sole.

Stando a quanto riporta il blog Syria Direct, nell’area le temperature hanno superato i 40 gradi Celsius negli ultimi due giorni. Gli sfollati sono ammassati nei due posti di frontiera non ufficiali con la Giordania di Rukban e Hadalat, da metà del 2014. Già ad aprile, il blog siriano aveva denunciato la tragica situazione umanitaria nei due siti, che si trovano a 50 chilometri in una zona smilitarizzata al confine nord-orientale della Giordania con la Siria. Secondo la Petra News Agency, un’ondata di calore sta innalzando le temperature «ben al di sopra della media stagionale» in questi ultimi giorni. A novembre 2015, l’Unicef ha iniziato a portare acqua potabile negli accampamenti del deserto, noti come “il muro di sabbia” per la parete di sacchetti di sabbia che delimita il confine meridionale degli insediamenti. Anche se l’Unicef ogni giorno invia camion con l’acqua, le consegne non sono sufficienti per i residenti del campo dato il caldo del deserto. Secondo le testimonianze raccolte da Syria Direct la povero rete di strade e la lontananza dei località in cui sorgono i campi improvvisati stanno ostacolando tutti gli sforzi per aiutare i siriani bloccati nella terra di nessuno.
Quanti vivono a Rukban e Hadalat sperano di entrare in Giordania e registrarsi con l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), fattoci potranno chiedere asilo ad un paese terzo, anche se meno dell’uno per cento potrà essere reinsediato e il processo può richiedere fino a 36 mesi, secondo le stime delle Nazioni Unite. A febbraio 2016, Abdullah II aveva detto alla Bbc che Amman avrebbe risolto i casi dei siriani sfollati a Rukban e Hadalat «il più rapidamente possibile», ma che il processo di analisi a causa dei problemi di sicurezza richiesti era lento. Nelle ultime settimane la Giordania ha ammesso circa 300 persone al giorno proprio dal “muro di sabbia”.