Linee guida per gli imam giordani

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GIORDANIA — Amman 11/11/2014. Diverse centinaia di religiosi musulmani sono stati riuniti dalle autorità giordane in un auditorium di Zarqa per ascoltare il ministro degli affari islamici.

Il ministro Hayel Dawood ha detto ai religiosi che lo stato giordano vuole che si predicato l’Islam moderato, altrimenti si è fuori dallo stato in tutti i sensi. La Giordania ha fortificato i suoi confini e ha mettere la sua forza aerea e i servizi segreti per l’alleanza guidata dagli Stati Uniti contro il Califfato; al suo interno regno hashemita sta dando vita ad una intesa opera di controllo e sradicasmrnto delle forze pro Isis, perseguendo i reclutatori dello Stato islamico, arrestando chiunque sventoli una bandiera dello Stato islamico, e ora rivolgendosi ai religiosi delle oltre 7.000 moschee. L’apparato di sicurezza della Giordania ha sempre tenuto d’occhio i radicali e ha perseguito una politica di appeasement in passato: concedere agli oppositori spazio politico, per meglio monitorarli, cooptarli e controllarli. Ma con l’improvviso successo dello Stato islamico, le autorità religiose giordane stanno assumendo un ruolo più attivo: in particolare, la Giordania chiede ai predicatori di astenersi da qualsiasi intervento contro il re Abdullah II e la famiglia reale, contro i leader degli stati arabi confinanti, contro gli Stati Uniti e l’Europa, contro il settarismo e il supporto alla jihad. Il ministro Dawood ha suggerito anche che i chierici tenere sermoni breve: «Un quarto d’ora va bene», ha detto ricordando che il profeta Maometto «è stato breve e preciso». Per coloro che aderiscono alle nuove linee guida, ci sono sussidi del governo di circa 600 dollari al mese, seminari religiosi, assistenza per i pellegrinaggi alla Mecca, e guida settimanale. Attualmente, la Giordania impiega 60 “monitor” per ascoltare le 5.500 moschee che ospitano regolarmente sermoni del venerdì; Dawood ha detto che si pensava di portarli a 200 monitor, ma che 400 era l’optimum ma che era impossible ora dati vincoli di bilancio della polizia. La Giordania impiega circa 3.400 predicatori musulmani, di cui circa 2.000 religiosi, per le 7.000 moschee del paese. Il deficit ha costretto il ministero degli Affari islamici a concedere più di 2.200 autorizzazioni per sermoni a “chierici non ufficiali”, come docenti, leader tribali e semplici cittadini: chi desidera farlo deve essere registrato dal ministero. I candidati sono soggetti ad un controllo di sicurezza e devono ricevere l’approvazione da parte dei servizi segreti; ma anche così, i predicatori pericolosi sono passati attraverso le maglie dei controlli.