Abe preme sulla riforma militare

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GIAPPONE – Tokyo 15/07/2015. Il primo ministro Shinzo Abe, il 15 luglio, ha di nuovo premuto sulla legge tesa rinforzare la sicurezza militare del Giappone, nonostante una vivace opposizione in parlamento e fuori.

Durante il meeting della Commissione Difesa della Camera dei rappresentanti, dominata dal Partito Liberal Democratico di Abe, i membri dei partiti di opposizione hanno circondato il presidente, innalzando striscioni per protestare contro il passaggio “obbligato” della legge. I decreti che espandono il mandato delle forze armate del paese sono stati approvati dai legislatori della coalizione al potere, e dovranno essere approvati in via definitiva il 16 luglio. La legge poi dovrà essere discussa nella camera alta prima che diventi operativa.
La votazione nella commissione della Camera bassa è avvenuta durante una serie di manifestazioni di protesta fuori dal palazzo con centinaia di manifestanti che gridavano la loro opposizione alla legge. La legge è un punto fermo di Abe, nonostante molti giapponesi la ritengano un affronto per i 70 anni di pacifismo del paese. «Purtroppo, il popolo giapponese ancora non ha una sostanziale comprensione» della legge, il primo ministro ha detto il 15 luglio, durante i lavori di commissione, riporta Channel News Asia, «Lavorerò affinché la comprensione pubblica sia più profonda». Uno dei cardini della politica giapponese, infatti, è l’idea che coloro che sono in disaccordo con una posizione lo fanno perché non la capiscono correttamente, e quindi deve avere loro spiegata con maggiore attenzione. Abe ha spinto per una normalizzazione della postura militare del Giappone, cercando di allentare le restrizioni postbelliche che hanno legato le Self-Defense Forces a un ruolo strettamente difensivo per decenni. Il primo cambiamento è l’opzione per i militari di combattere per proteggere gli alleati, il concetto di “difesa collettiva”, anche se non vi è alcuna minaccia diretta per il Giappone o per il suo popolo. Questa idea si è rivelata molto impopolare tra gli accademici e nell’opinione pubblica del Giappone, profondamente pacifista. Il livello di gradimento di Abe è sceso al 39 per cento, inferiore al precedente 42 per cento, secondo l’ultimo sondaggio del quotidiano Asahi Shimbun: il cambiamento nella politica militare è appoggiato dal 26 per cento degli intervistati, mentre il 56 per cento ha manifestato la sua opposizione.