Il ritorno dell’intelligence nipponica

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GIAPPONE – Tokyo 07/03/2015. Il Giappone sta valutando la creazione di un’agenzia di intelligence rivolta all’estero, sul modello del MI6 britannico, settanta anni dopo lo smantellamento dell’apparato di intelligence militare nipponico seguito al termine della Seconda guerra mondiale.

La nuova agenzia di intelligence estera farebbe parte integrante del quadro di sicurezza che sta costruendo il primo ministro Shinzo Abe, che sta cercando di allentare i limiti imposti dalla costituzione del dopoguerra sulla capacità dei militari nipponici di operare all’estero. L’idea che la frammentata comunità d’intelligence del Giappone abbia bisogno di un restyling ha subito un’accelerazione dall’uccisione dei due prigionieri giapponesi fatta dai militanti dello Stato islamico in Siria all’inizio di quest’anno ha mostrato quanto Tokyo invocato paesi amici per informazioni. L’amministrazione Abe ha già istituito un National Security Council sul modello statunitense ha e promulgato una nuova e severa legislazione sul segreto di Stato, e sta ora lavorando sulle leggi per abolire il divieto di esercizio del diritto di autodifesa collettiva, e quello che impedisce di aiutare militarmente un alleato attaccato. Il Partito Liberal Democratico di Abe spera di presentare una serie di proposte in autunno, e in caso di risposta affermativa, la normativa potrebbe essere promulgata nel 2016. L’esistente comunità dell’intelligence del Giappone assomma a circa 4.400 persone suddivise in unità sparse nei diversi ministeri, ma è ostacolata da una certa riluttanza nel condividere i segreti attraverso linee burocratiche. La riluttanza a lavorare a stretto contatto deriva in parte dalla mancanza di regole per prevenire fughe di informazioni classificate, problema risolto dalla legge entrata in vigore a dicembre 2014. I principali attori della comunità di intelligence nipponica sono la National Police Agency, la Public Security Intelligence Agency del Ministero della Giustizia, il quartier generale dell’intelligence della Difesa dipendente dal ministero della Difesa, il ministero degli Esteri, e l’Ufficio di Ricerca e intelligence del governo, il cui personale proviene in gran parte da altri ministeri.