GIAPPONE. Il COVID-19 sta uccidendo il surplus economico

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A marzo, il surplus di Tokyo si è ridotto del 99% rispetto all’anno precedente, quando il fallout del coronavirus ha colpito i suoi più grandi partner commerciali e ora si attesta a soli 45 milioni di dollari, meno dell’1% dei 4,8 miliardi di dollari dell’anno precedente. Questo, e il calo dell’11,7% delle esportazioni del mese scorso, sono l’indice della crisi economica alle porte. Le spedizioni del Giappone verso gli Stati Uniti sono crollate del 16,5%. Le esportazioni verso l’Unione Europea sono diminuite dell’11,1% rispetto al crollo dell’8,7% delle merci dirette in Cina. L’appena annunciato calo del 30% dell’utile netto di Canon Inc è un presagio delle cose che accadranno nel prossimo futuro.

Nei prossimi giorni molte icone nipponiche andranno in rosso: da Sony a Toyota a Mitsubishi Materials. Un recente studio della Teikoku Databank ha rilevato che, a partire dalla terza settimana di aprile, almeno 217 aziende giapponesi quotate in borsa hanno segnalato un calo delle vendite e dei profitti quest’anno, segnando un’accelerazione del 35% rispetto alla settimana precedente e, finora, circa 16 miliardi di dollari di affari persi all’estero, riporta Asia Times.

L’emorragia è particolarmente pesante tra i produttori, che rappresentano circa il 25% di tali declassamenti; seguiti poi dal settore dei servizi e della finanza. In un nuovo rapporto, Fitch Ratings avverte di una contrazione “senza precedenti” del 3,9% a livello globale nel dopoguerra. Prevede una contrazione del 5,6% per gli Stati Uniti, del 7% per la zona euro e di una crescita inferiore all’1% per la Cina. Per un’economia al livello di sviluppo della Cina, si tratta di una profonda recessione con vaste implicazioni politiche e socioeconomiche.

Per il Giappone, il commercio rappresenta poco più del 30% del prodotto interno lordo giapponese, poiché i servizi assumono un ruolo sempre più vitale. Un’analisi di Refinitiv, ad esempio, ha rilevato che gli utili per azione delle società quotate all’indice Topix sono scesi di circa l’8% dal 1° gennaio. A fronte di ben il 20% in Europa e il 15% negli Stati Uniti.

Il vantaggio del Giappone deriva da un’enorme quantità di liquidità che si avvicina ai 4.000 miliardi di dollari alla fine del 2019 che sarà difficile da mantenere con l’evaporazione delle vendite e dei profitti; il colpo e l’ampiezza del danno economico fanno prevedere che il 2020 potrebbe essere un anno di licenziamenti per il Giappone, superando di gran lunga le perdite nel periodo 2008-2009. Si tratta di posti di lavoro non permanenti, esplosi negli ultimi due decenni.

Luigi Medici