Cyber-debolezza nipponica

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GIAPPONE – Tokyo 25/12/2014. Il Giappone, temendo di poter essere un bersaglio facile per possibili attacchi informatici della Corea del Nord sulla scia di quanto accaduto alla Sony Pictures , ha iniziato a irrobustire le proprie infrastrutture informatiche di base.

L’attacco informatico contro il gruppo Usa che ha la sua sede a Tokyo è stato percepito in Giappone in gran parte come un problema statunitense, ma il governo ha fatto sapere che si sta muovendo per affrontare la questione dopo che il presidente Obama ha accusato la Corea del Nord e ha promesso di rispondere «nei tempi e nei modi scelti da noi».
Esperti di cyberdefence, diplomatici e politici starebbero lavorando nell’ufficio del neo-confermato primo ministro Shinzo Abe per coordinare le misure di difesa, riportano i media nipponici.
Il governo sta lavorando per garantire che in risposta a qualsiasi minaccia, le sue funzioni di base possano continuare pur di fronte a qualsiasi attacco cibernetico, mantenendo i servizi essenziali come la rete elettrica, il gas e le reti di trasporto. Non sono però stati offerti dettagli in proposito.
Il Government National Information Security Center starebbe coordinando il lavoro di vari ministeri, e di aziende per migliorare la sicurezza da attacchi informatici. Abe si trova a potrebbe trovare a dover affrontare la scelta tra sostenere Washington contro Pyongyang o continuare a tenere colloqui con Pyongyang sulla questione dei cittadini giapponesi rapiti decenni fa.
«Il Giappone si mantiene in stretto contatto con gli Stati Uniti e sostiene la loro scelta», ha detto il capo di gabinetto Yoshihide Suga il 22 dicembre, aggiungendo che Tokyo condivide informazioni con Washington.
Suga aveva poi aggiunto di non aver registrato effetto sui colloqui con la Corea del Nord circa i rapiti.
Il governo giapponese ha però riconosciuto di non poter tenere il passo con la minaccia di proliferazione di attacchi alle reti informatiche da parte di hacker o di privati sponsorizzati da stati avversari.
Le società nipponiche sono state giudicate vulnerabili, con una valutazione di sicurezza di appena 58,5 su 100, dalla ditta di sicurezza informatica Trend Micro; solo le aziende IT e i fornitori di servizi Internet hanno avuto un punteggio di 72 o superiore, mentre i servizi di welfare, le strutture sanitarie, le reti di trasporto e delle infrastrutture sono notevolmente deboli.

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