GIAPPONE. Con o senza USA continuano i negoziati TPP

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Il 15 settembre si sono riuniti in Giappone, a Tokio i Paesi membri del TPP, Trans-Pacific Partnership, obiettivo: non far naufragare sei anni di lavoro dopo che gli USA si sono ritirati a gennaio dai negoziati. 

Nella due giorni di Tokyo si è discusso per cercare dunque una quadra: se cambiare o congelare parti del patto commerciale dopo il ritiro degli Stati Uniti. A riferirlo il governo Giapponese in una nota del 15 settembre.

«I colloqui, che vanno da due giorni a partire da giovedì, sarebbero focalizzati su parti del patto come gli appalti pubblici e la tutela della proprietà intellettuale» ha riferito l’agenzia di stampa Xinua.

Gli 11 paesi membri mirano a completare il lavoro preparatorio entro novembre per mettere in vigore l’accordo, ha riferito la parte giapponese ai media locali. I leader degli 11 paesi dovrebbero incontrarsi sul margine del forum APEC (Asia Pacific Economic Cooperation) in Vietnam nel mese di novembre.

Secondo le regole vigenti, per rendere effettivo il patto del TPP, almeno sei firmatari originali devono aver ratificato con successo l’accordo e quei sei firmatari, tra essi, devono rappresentare l’85% del PIL totale dei 12 firmatari originari.

Poiché gli Stati Uniti, rappresentano quasi il 62% del PIL della TPP, e si siano rifiutati di aderire al patto allo stato attuale è impossibile ratificare il patto per il TPP.

L’accordo di TPP ha inizialmente coinvolto Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam. È stato firmato formalmente dai ministri di questi 12 paesi nel febbraio dello scorso anno dopo negoziati durati più di cinque anni.

Ma il presidente Usa Donald Trump ha annunciato a gennaio, con un colpo di coda inatteso, il ritiro degli Stati Uniti dalla TPP, dicendo che avrebbe fatto male agli interessi dei suoi paesi. Ora bisogna vedere se a livello legale essendosi ritirati gli USA si possano rivedere statuti e prevedere una nuovo quota di più dell’85% partendo dagli 11 paesi rimasti escludendo appunto gli USA, come se in fondo non avessero mai aderito ai trattati. Oppure bisogna rifare tutto da zero.

Tommaso Dal Passo