GERMANIA. Diesel proibiti sulle strade tedesche?

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Le case automobilistiche tedesche dovrebbero accettare un piano per ridurre le emissioni diesel dannose, in occasione del vertice con i politici di Berlino.

L’industria automobilistica è sotto pressione perché deve contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico, dopo lo scandalo delle emissioni dei motori a gasolio, modificati per manipolare le letture dei test, mettendo a rischio e in gioco la reputazione di un’industria strategica chiave. Le imprese automobilistiche tedesche forniscono oltre 800 mila posti di lavoro in Germania, riporta la Bbc.

Le vendite di automobili sono crollate, dopo le rivelazioni secondo cui VW, che vende anche i marchi Audi e Porsche, aveva equipaggiato 11 milioni di veicoli con un software destinato a ingannare i test.

I dirigenti di tutti i principali produttori tedeschi – Volkswagen, BMW, Daimler, Audi e Porsche nonché il produttore americano Ford – partecipano al “forum nazionale” a Berlino, quasi due anni dopo lo scandalo che ha interrotto le emissioni diesel di Volkswagen, riporta Euronews.

Le aziende automobilistiche tra cui VolksWagen e Opel dovrebbero offrire una serie di aggiornamenti software per i motori.

Ma resta assai lontano l’accordo sulle riparazioni, molto più costose del retrofitting per i motori diesel con nuovi componenti.

Circa 15 milioni di automobili diesel sulle strade della Germania contribuiscono circa al 40% all’inquinamento di Co2 nelle grandi città tedesche. Gli aggiornamenti software, per circa due milioni di automobili, costeranno circa 300 milioni di euro. L’obiettivo è quello di rendere le auto più vecchie conformi agli standard comunitari della qualità dell’aria, per ridurre la quantità di ossido di azoto emessa.

La pressione politica ed economica è aumentata poco tempo fa, quando un tribunale di Stoccarda ha fatto la proposta di vietare le vecchie automobili diesel dalla città tedesca.

Stoccarda è la città di Mercedes e Porsche ed è uno de luoghi più inquinati della Germania; l’inquinamento atmosferico ormai supera regolarmente i limiti legali in molte città tedesche. Il caso del diesel si sta rivelando un vero rompicapo per l’industria automobilistica di Germania e per i politici tedeschi, che dovranno affrontare le elezioni generali il prossimo 24 settembre.

Al momento, Berlino non intende, alla luce delle grandi implicazioni economiche, porre termine alla produzione di veicoli con motore a combustione in tempi brevi, nonostante la preoccupazione per l’inquinamento atmosferico urbano e l’impatto delle emissioni di Co2 sul clima abbiano messo sotto pressione i governi e i produttori cui si chiede di “ripulire” l’industria automobilistica. Francia e Regno Unito intanto prevedono di vietare le vendite di veicoli a combustibile fossile dal 2040. L’altra faccia della medaglia però sono i costi elevati: passare ai soli veicoli elettrici è costoso, e inoltre sarà obbligatorio rivedere l’intera filiera della catena di distribuzione del “carburante”.

Nel frattempo l’Unione europea sta indagando sui principali produttori di automobili BMW, Daimler, Audi, Porsche e VW per misure anticoncorrenziali.

Maddalena Ingroia