GdF Suez entra in Nabucco

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AUSTRIA – Vienna 05/06/2013. Dal 27 Maggio la società francese GdF Suez è parte del progetto Nabucco per la realizzazione di un gasdotto diretto tra i paesi di approvvigionamento e l’Europa.

Tale decisione riqualifica il progetto Nabucco che risolverebbe il fabbisogno energetico di vaste aree europee. Con l’acquisizione del 9% della partecipazione rilevata dalla società austriaca Omv, il colosso francese intensifica la volontà europea per la realizzazione del progetto, in un momento decisamente adatto. Entro Giugno, infatti, l’Azerbaijan, ritenuto la principale risorsa energetica da cui l’Europa può acquistare l’oro blu, dovrà decidere quale progetto di investimento scegliere come acquirente, determinando il futuro assetto delle infrastrutture energetiche in Europa, e il favorito sembrerebbe al momento il gasdotto TAP (Transadriatic Pipeline). L’Europa, alla ricerca di un’indipendenza energetica dalla Russia, sta portando avanti alcuni progetti per la costruzione di gasdotti che la colleghino direttamente con l’Asia. Nabucco in particolar modo è stato percepito dalla Russia come un vero e proprio progetto politico per isolare la sua influenza sul mercato energetico europeo. Le società promotrici infatti (Omv austriaca, Botas turca, Ben bulgara, Transgaz rumena, Fgsz ungherese) prevedono la realizzazione di tale struttura con un collegamento diretto tra Mar Caspio e Turchia, procedendo poi lungo paesi comunitari, e arginando quindi l’eventuale influenza russa. I costi di tale progetto, considerato la massima ambizione geopolitica europea, sono tuttavia impensabili, soprattutto nel momento di crisi in cui si trova l’Europa stessa. Ciò ha limitato notevolmente la credibilità del progetto, facendo sorgere altre collaborazioni, come la già nominata Tap. Nonostante infatti sia Nabucco il primo progetto appoggiato e finanziato dall’Unione Europea, la presenza della società svizzera Axpo, della consistente Statoil norvegese e soprattutto della tedesca E.on, rende il gasdotto Tap un’alternativa da non sottovalutare, e che anzi consoliderebbe in maniera maggiore il ruolo dell’Unione nel mercato energetico. Nonostante i territori di transito siano ugualmente indipendenti dall’influenza russa, una delle principali società che appoggiano tale progetto è la Socar, compagnia azera, che ridurrebbe il problema dell’approvvigionamenti di materie prime, limite invece di Nabucco, che in circa dieci anni non è stato in grado di assicurarsi rifornimenti stabili e sufficienti per la sua realizzazione ed efficacia. Anche se non direttamente coinvolto, il fatto che l’Azerbaijan sia partecipe al progetto porta la Russia a vedere in una prospettiva più favorevole il Tap, conscia del suo peso nel Caucaso e del trattamento di favore che continuerà ancora a lungo a ricevere dallo stato azero. Impegnata nella costituzione di un proprio gasdotto in cooperazione con altri stati, tra cui l’Italia, tramite il South Stream, la Russia vedrebbe più positivamente la realizzazione del progetto adriatico anche per la minore partecipazione turca, il cui ruolo rimarrebbe di importanza fondamentale dal punto di vista geografico, ma con un peso politico ed economico ben minore rispetto a Nabucco, di cui invece è diretta azionaria.