GAZA. L’Egitto preme su Israele e Hamas per 5 anni di tregua

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L’Egitto sta facendo pressione su Israele e Hamas per concordare un accordo di cessate il fuoco quinquennale, riporta il 4 dicembre il quotidiano palestinese Al-Quds, citando funzionari palestinesi. La Tv israeliana aveva detto il 1° dicembre che ci sono stati “progressi significativi” negli sforzi di mediazione dell’Egitto con Hamas per raggiungere un accordo per un prolungato periodo di calma a Gaza, citando anche fonti palestinesi. 

Il giornale libanese Al-Akhbar, considerato molto vicino ad Hamas, ha detto il 4 dicembre che il leader di Hamas Ismail Haniyyeh e il leader del Jihad islamico Ziad al-Nahala si sono incontrati per coordinare le intese sulla rimozione del blocco israeliano ed egiziano della Striscia di Gaza, che entrambi i paesi dicono sia stato introdotto nel tentativo di bloccare l’attività terroristica proveniente dall’enclave.

Fonti di Hamas hanno confermato la scorsa settimana che i contatti riguardanti un accordo con Israele sono stati rinnovati attraverso mediatori internazionali, in primo luogo i funzionari dei servizi segreti egiziani. Al-Akhbar riportava che l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Nickolay Mladenov avrebbe dovuto incontrare la leadership di Hamas per finalizzare i termini dell’accordo. 

Mladenov e la dirigenza di Hamas avrebbero dovuto discutere la possibilità di raggiungere un accordo di insediamento a lungo termine con Israele, che avrebbe incluso una soluzione ai problemi più urgenti – compresi i due prigionieri israeliani e i corpi di due soldati caduti dell’Id detenuti da Hamas e facilitando la chiusura della Striscia, riporta Ynet. Nel frattempo, Hamas il 3 dicembre ha invitato i residenti di Gaza a presentarsi in gran numero per una manifestazione contro Israele il 6 dicembre, dato che le proteste spesso violente della Marcia del Ritorno sembravano destinate a rinnovarsi dopo una pausa di tre settimane. Le manifestazioni erano state sospese, apparentemente in linea con la richiesta di Israele nell’ambito dei negoziati sulla calma di Gaza. 

Volantini pubblicati hanno iniziato a circolare dal 3 dicembre tra gli abitanti di Gaza, utilizzando immagini di manifestanti circondati da un fitto fumo nero; la protesta sarebbe stata la prima dopo l’Operazione Cintura Nera, scatenata dall’uccisione mirata del comandante del Jihad islamico Baha Abu al-Ata in un attacco aereo israeliano.

Hamas è rimasto in gran parte fuori dai combattimenti, mentre Jihad islamico ha lanciato razzi contro i centri abitati israeliani e Tsahal ha risposto con attacchi aerei contro i militanti e le infrastrutture del gruppo terroristico. I mediatori egiziani sono riusciti a mediare una tregua tra le due parti due giorni dopo. 

Antonio Albanese