FRANCIA. ISIS si scaglia contro Parigi per vendicare il Myanmar

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In questi giorni Daesh ha ripostato diversi video. Il primo è stato Eid ul Mujahideen. Tutti gli altri video sono vecchi video, che mostrano i vari festeggiamenti nelle città dello Stato Islamico: da Mosul a Raqqa passando per altre grandi città. L’obiettivo è duplice. In primis, Daesh vuole fare il paragone tra quello che era e quello che è oggi in quelle città ormai il più delle volte distrutte. Un tempo vi si festeggiava dovutamente la festa dell’Eid al Adha, oggi sono un cumulo di macerie. L’altro obiettivo è quello di mostrare nei nuovi territori, in particolare nel sud est asiatico, quello che la vita sotto lo Stato Islamico può diventare. Ovviamente vengono mostrati solo i festeggiamenti, non gli effetti tirannici del suo metodo di governo.

Daesh ha poi postato un video della casa di produzione Al Asawirti dal titolo: La nostra nazione tra artigli e denti. Il video riprende, assemblandoli mediaticamente, i combattimenti che sono stati mostrati nei giorni scorsi, in particolare nella zona a est di Hama, nella città e a sud est di Raqqa e in altre zone del Kurdistan siriano. Quello che è interessante è l’incipit. In effetti, vengono prima mostrate diverse foto della situazione dei musulmani Rohynga in Birmania e delle sofferenze che patiscono, poi il video passa all’assemblaggio di video dei combattimenti. A questo proposito, Daesh ha pubblicato un’infografica sulle sofferenze dei musulmani in Myanmar (nella foto). Si tratta quindi di un invito a combattere per vendicare e proteggere i fratelli musulmani birmani.

Il fatto interessante della giornata è che sono state postate, anche da parte dei canali Telegram abitualmente forieri di notizie e rivendicazioni, poche notizie. A volte sono stati addirittura ripresi i media locali, come in Iraq dove per le notizie riguardanti Samarra, Adem ha ripreso i media sciiti. Questo potrebbe significare che molto probabilmente sono stati colpiti i centri di comunicazione di Daesh nello Sham. Forse per questo motivo, canali storici di Daesh hanno postato diversi lunghi messaggi di accusa, condanna e minaccia. Il primo messaggio è indirizzato ai sunniti che cercano di eliminare lo Stato Islamico. Il riferimento principale è a gruppi sunniti collegati ad Al Qaeda come i Talebani, gli Shebab, il gruppo HTS di Joulani in Siria oppure ai musulmani sunniti che sono sotto il giogo di tiranni (ovvero tutti i governi di paesi musulmani che sono sottomessi in un modo o nell’altro all’Occidente). La loro colpa è di lottare contro Daesh sul campo e anche sui social network.

I messaggi successivi sono indirizzati soprattutto ad Al Qaeda. Il riferimento è soprattutto a quello che avverrebbe nello Sham, dove Al Qaeda è accusato di volersi infiltrare nelle zone dove gli sciiti hanno oppresso e ucciso i membri e le popolazioni del Califfato. Nel messaggio, però, chi scrive indica che nello Stato Islamico si conosce bene l’ipocrisia e i promotori dell’ideologia qaedista sono ormai i loro principali obiettivi. Sempre riguardo ad Al Qaeda, l’account pro Daesh ricorda come Al Barqawi abbia portato il gruppo collegato ad Al Qaeda in Siria (Jamaat al Nusra poi Hayyat Tahrir al Sham – HTS) nella scia dei crociati americani e dei giordani. Il riferimento molto probabilmente è a Essam Muhammad Tahir al-Barqawi, conosciuto anche con il nom de guerre di Abu Muhammad Essam al-Maqdisi, scrittore, poeta e jihadista giordano conosciuto per essere stato con Abu Musab al Zarqawi in prigione e di aver contribuito alla costruzione del network qaedista tra Siria e Iraq. Al Maqdisi si dimostro contrario alla linea seguita da Joulani per la creazione di HTS e spesso si è scontrato con altri membri del gruppo. Al Maqdisi è accusato prima di tutto di essere una spia giordana. Nel messaggio si condanna anche la fatwa di Abu Qamama, che ha autorizzato l’uccisione dei soldati di Daesh da parte di gruppi sunniti.

Successivamente è stato emesso anche un messaggio all’occidente e in particolare alla Francia. I francesi vengono accusati di aver umiliato i musulmani in quanto sono la nazione dell’immoralità e i musulmani soffrono in Francia per via delle politiche che, secondo l’account, ledono i principi dell’Islam. Inoltre, i francesi sono accusati di bombardare il popolo dello Sham. Per questo Daesh afferma di aver colpito la Francia e l’Occidente che hanno avuto paura. Secondo l’account però, la Francia non avrebbe capito la lezione e viene promesso che la prossima volta sarà molto più amara. Si ricorda in effetti, che in un appello al popolo di Francia, Daesh aveva dato nel corso dell’estate un tempo limite (il tempo del Ramadan) per portare il proprio governo a fermare gli attacchi contro i civili nello Sham. Non vi fu risposta da parte francese, né, in conseguenza, neanche da Daesh.

Di solito, l’esperienza insegna che quando Daesh limita le sue comunicazioni e proferisce delle minacce così chiare, spesso e volentieri questo significa la preparazione di attacchi terroristici. In questo caso gli obiettivi espressi sono due: Al Qaeda (soprattutto il suo ramo in Siria) e la Francia. Purtroppo è prevedibile che possano avvenire attacchi, anche multipli a breve. In effetti, lo stesso tipo di procedure comunicative era avvenuto prima dell’attacco terroristico a Manchester del maggio scorso. A sostegno della potenzialità dell’attacco si trova anche il fatto che per i musulmani siamo nel mese di Dhu hijjah, considerato uno dei quattro mesi sacri dell’Islam nei quali il musulmano è chiamato ad approfondire la propria fede con atti spontanei, che di solito sono digiuno o preghiere aggiuntive, nel caso dello Stato Islamico sono di solito atti più estremi.

Redazione

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