Filippine in festa a Roma

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ITALIA – Roma. 09/06/13. Festa delle Filippine a Roma. Dodici ore ininterrotte per incontrare, parlare, vedere eventi sportivi di moda, acquistare, mangiare e soprattutto stare insieme ai propri cari, ritornando almeno con il pensiero alla terra d’origine.
E così a Roma a piazza Ankara i membri della comunità filippina insieme agli amici italiani si sono incontrati per festeggiare una delle repubbliche più giovani del mondo ma che vanta 3000 anni di storia.

Il cibo dal retaggio ispanico, e contaminazioni cinesi e statunitensi si sposava al mercato del bevarage a base di nuove bevande energetiche ricavate dai frutti tipici di questo numeroso gruppo di isole dell’Asia Sud Orientale: Atis, Batwan, Duhat, Dalandan (arance locali) Dayap (limoni ) Mango (Guimaras), Cocco verde, Papaya, Tyessa e tanti altri non noti in Italia ma dalle proprietà antiossidanti e deliziosi al gusto. «In Italia dovete provare il latte di cocco verde» ci racconta un venditore ambulante «siete abituati a mangiare il cocco che noi riteniamo avariato».

 

 

 

Come ogni festa in piena regola, non sono mancate esibizioni sportive, sfilate di bellezze di origine delle Filippine ma nate in Italia. E ancora battesimo romano per radio pynoi radio italia, via stream o tradizionalmente, trasmette da Milano, Napoli e Roma le città in cui le comunità dei filippini sono più numerose.
E per non farsi mancare nulla dagli spalti una gentile voce di donna invitava i membri della comunità filippina con i requisiti di voto ad andare alle urne: «Solo in questo modo esistete, solo in questo modo affermate di esserci».

Nell’offerta della giornata anche opportunità di fare affari, numerosi gli stand tra cui quello della banca delle Filippina presente anche in Italia, CBN Grupo, che tra i suoi testimonial ha l’attore più famoso delle filippine , Sam Milby, e soprattuto numerose le le agenzie immobiliari che vendevano appartamenti nell’isola di Cebu, politicamente stabile, dove sono assenti i conflitti tra musulmani e cattolici.

Cebu sta incontrando il favore degli investitori occidentali al contrario del gruppo di isole che si affaccia alla Malesia come Jolo o Mindanao, dove ancora i conflitti religiosi rendono instabile la zona.