FARC: ribellione politica non terrorismo

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CUBA – L’Avana 15/12/2014. I negoziatori delle Farc, il 13 dicembre, hanno definito «irreale» e «asimmetrico» fare incarcerare  i guerriglieri in Colombia come condizione per la pace «mentre resta l’impunità per l’oligarchia, la classe politica e le forze armate». 

«Basare il buon fine del processo di pace sulla incarcerazione obbligatoria della leadership ribelle, oltre che violare il principio di innocenza fino a prova contraria, è una condizione sconosciuta e mai prima messa sul tavolo di un processo di pace nel mondo», hanno fatto sapere le Farc. In una dichiarazione letta ai media a L’Avana da “Pablo Catatumbo” (l’alias di Jorge Torres Victoria), le Farc hanno difeso il concetto di “delitto politico” che, secondo gli insorti, in Colombia «è stato gravemente indebolito attraverso la sua criminalizzazione e le definizione di terroristi». La Costituzione colombiana del 1991, ricorda Torres Victoria, «stabilisce norme sulla criminalità politica, pur riconoscendo la possibilità di un trattamento di favore nella sua previsione di amnistie e indulti per i ribelli», misure che, secondo la Farc, hanno funzionato bene in altri paesi nei diversi processi di pace in corso. Tuttavia, «il quadro creato nel corso di questi 20 anni, è stato orchestrata dal governo, dal Congresso, dall’Ufficio del Procuratore generale e da una grande parte della magistratura, per negarci la condizione di ribelli armati e di conseguenza negarci la dignità di queste misure», prosegue il comunicato. Le Farco, fanno notare che, ad esempio, degli oltre 2.000 guerriglieri incarcerati in Colombia, solo 125 sono stati condannati per il reato di ribellione. Per gli insorti, l’unica via da seguire è «una profonda riforma politica e giudiziaria» derivante dagli accordi di L’Avana che dovrebbero «riportare all’identità del delitto politico». I colloqui di pace in corso a L’Avana «devono creare una nuova legge che si occupi del conflitto armato colombiano e trovare un nuovo equilibrio di pace, giustizia», ha detto il gruppo. La dichiarazione arriva all’inizio di una nuova tornata di negoziati con il governo colombiano a L’Avana.