FAO. Carestia diffusa livello globale

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Guidati in gran parte da disastri climatici e conflitti, i livelli di carestia sono aumentati nel 2017, lasciando circa 124 milioni di persone in 51 paesi ad affrontare simili crisi, 11 milioni in più rispetto all’anno precedente, secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite.

«Rapporti come questo ci forniscono i dati e le analisi vitali per comprendere meglio la sfida. Ora tocca a noi agire per soddisfare le esigenze di coloro che devono affrontare il flagello quotidiano della fame e affrontarne le cause profonde», ha dichiarato il Segretario Generale António Guterres in un video messaggio su questo rapporto. Presentato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), dal Programma Alimentare Mondiale (Pam) e dall’Unione Europea, il Rapporto Mondiale sulle Crisi Alimentari rileva che le emergenze alimentari sono sempre più determinate da cause complesse come conflitti, shock climatici estremi e prezzi elevati degli alimenti di base, che spesso agiscono contemporaneamente, riporta un comunicato Onu.

Il rapporto sottolinea che il conflitto ha continuato a essere il principale fattore di grave insicurezza alimentare in 18 paesi – 15 in Africa o in Medio Oriente – che rappresentano il 60% del totale globale. L’aumento è dovuto in gran parte a conflitti nuovi o più intensi e all’insicurezza in Myanmar, Nigeria nordorientale, Repubblica democratica del Congo, Sudan meridionale e Yemen.

La relazione rileva che le crisi alimentari sono sempre più determinate anche da altre cause complesse, come gli shock climatici estremi e i prezzi elevati dei prodotti alimentari di base, che spesso agiscono contemporaneamente.

Ad esempio, le prolungate condizioni di siccità hanno portato a raccolti scarsi consecutivi in paesi già confrontati ad alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione nell’Africa orientale e meridionale. Nel rapporto si sottolinea inoltre che, rispetto allo scorso anno, intere comunità e un maggior numero di bambini e donne hanno bisogno di un sostegno nutrizionale, il che indica la necessità di soluzioni durature per invertire la tendenza.

Inoltre, sottolinea l’urgente necessità di un’azione simultanea per salvare vite umane e mezzi di sussistenza e per affrontare le cause alla radice delle crisi alimentari.

La relazione, che riunisce dati regionali e nazionali e analisi provenienti da molteplici fonti, dimostra che, oltre agli aiuti umanitari di cui vi è urgente necessità, l’azione per lo sviluppo deve essere intrapresa molto prima, in modo da affrontare le cause profonde dell’estrema vulnerabilità e, di conseguenza, costruire la resilienza.

Maddalena Ingrao